Qui scoppia un’altra Rosarno

«Abbiamo deciso di convocare questo consiglio straordinario perché non vogliamo una tendopoli che potrebbe diventare il ricettacolo degli immigrati». Così afferma Emanuele Baronetto, rappresentante politico locale dell’Mpa,  presente al consiglio straordinario di circoscrizione lo scorso martedì a Cassibile. Il consiglio, a cui hanno partecipato anche altri politici del siracusano, è stato convocato, a distanza di pochi giorni dal primo, per esporre al sindaco di Siracusa Roberto Visentin la contrarietà dei cassibilesi alla struttura ricettiva della Croce Rossa che dovrebbe ospitare gli stagionali extracomunitari impiegati nei campi. «La questione della tendopoli nasce a causa dei problemi avvenuti a Rosarno, perché si prevede l’arrivo degli sfollati mandati via da lì. E ciò è stato deciso dal Ministero degli Interni» spiega il maresciallo Sapia, Comandante della Tenenza dei Carabinieri di Cassibile.

Prima dell’arrivo del sindaco, durante un dibattito parecchio acceso, sono stati elencati vari motivi per giustificare l’opposizione dei cittadini. «Il problema degli extracomunitari irregolari non verrà risolto in questo modo. E poi la maggior parte di loro rimarrà senza lavoro perché le aziende agricole non possono assorbirli tutti» spiega Orazio Musumeci, rappresentante politico del Pd. «Con tale struttura ci saranno disordini tra le varie etnie di immigrati che vi abiteranno» sbotta Giuseppe Casella, consigliere. «La tendopoli diventerebbe un luogo di bivacco gratuito» rincara il collega Paolo Smeriglio. «Questa gente ha sì il diritto d’essere accolta, ma non nella tendopoli» sbotta Baronetto. Altrettanto varie alternative proposte. «Potrebbero installarla in un altro sito, in piazza Archimede (storica piazza di Ortigia, ndr) per esempio. Anziché scaricare da noi tutto il brutto», ironizza Musumeci. «Perché non ospitarli in un albergo? Ci costerebbe di meno sia in termini di soldi, che di ordine pubblico» grida un cittadino. «La Croce Rossa potrebbe installare delle micro tendopoli da spalmare in tutto il territorio siracusano. Oppure dare i fondi destinati per la struttura alle aziende agricole per consentire loro di creare degli alloggi» ragiona Gigi Saitta, consigliere. Proprio a tale proposito Pippo Barbagallo, assessore comunale, ha parlato dell’esistenza di un protocollo d’intesa stipulato tra datori di lavoro e lavoratori, sottoscritto in prefettura a Siracusa «in cui non si parlava di tendopoli, ma di alloggi a carico delle aziende agricole». Protocollo di cui non si conosce l’effettiva esistenza: «Gli imprenditori agricoli non ne sanno nulla», rivela Saitta.

All’arrivo del sindaco, in toni decisamente più calmi, sono state riesposte motivazioni e proposte, intervallate da interventi dei consiglieri che hanno spiegato al primo cittadino il documento di censimento effettuato nella tendopoli del 2007 secondo cui la struttura non ospitò migranti stagionali impiegati nei campi di Cassibile. Uno dei motivi per il quale è stato chiesto al sindaco di farsi portavoce dei cittadini e quindi di parlare con il prefetto provinciale. «In un’intervista, effettuata dopo i fatti di Rosarno, il ministro degli Interni Maroni ha citato proprio Cassibile come paese da sorvegliare. Quindi non so se effettivamente le richieste dei cittadini verranno esaudite» afferma Visentin. «Cassibile non è disposta ad accettare la tendopoli. Però siamo disposti a tutto, anche a fare le barricate» afferma Baronetto rivolgendosi al sindaco. Tra i presenti, è intervenuto anche un rappresentante della comunità straniera residente nel paese. «Tutti noi parliamo bene di Cassibile perché non è come Rosarno» afferma brevemente, mentre un altro consigliere, senza lasciargli il tempo di finire, riprende la parola. In conclusione il sindaco ha rassicurato i cittadini promettendo di esporre le loro preoccupazioni al prefetto, Carmela Floreno Vacirca, e di proporle un incontro con i consiglieri. Vista la disponibilità, c’è da sperare che proponga anche di ascoltare le preoccupazioni dei braccianti stranieri che, senza tendopoli, sarebbero costretti a popolare le campagne vicine. E non per bivaccare.

Nelly Gennuso

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