TROPPO SCOMODA PER GLI ORGANIZZATORI. LE SUE DENUNCE FACEVANO PAURA: “SONO PERICOLOSA PER IL SISTEMA”
di Franco Cascio
Il brano non era inedito. Questa la motivazione ufficiale che portò allesclusione di Terra ca nun senti? dal ventitreesimo Festival di Sanremo del 1973.
Rosa Balistreri, la straordinaria Rosa Balistreri, la pensava diversamente e secondo lei i motivi della sua esclusione erano ben altri. Politici. «Sono una rossa – diceva – un tipo pericoloso per il sistema, temevano che ne combinassi qualcuna delle mie, che dicessi davanti a 30 milioni di telespettatori qualche frase scottante, cioè vera».
Fu la Fonit Cetra a volere Rosa a Sanremo con un pezzo bellissimo, struggente, intenso. Ma gli organizzatori sapevano chi era Rosa Balistreri. Rosa non la mandava a dire. La sua storia, per chi la conosce, è fatta di impegno politico, soprattutto accanto ai più deboli. E nelle sue canzoni non risparmiava nessuno. Come in Mafia e parrini, per citarne solo una. «Adesso ho deciso di gridare le mie proteste, le mie accuse, il dolore della mia terra, dei poveri che la abitano, di quelli che labbandonano, dei compagni operai, dei braccianti, dei disoccupati, delle donne siciliane che vivono come bestie. Era questo il mio scopo quando ho accettato di cantare a Sanremo».
Fu un Festival strano quello del 1973. La Rai, ad esempio, per motivi rimasti ignoti, non trasmise le prime due serate. Oltre allesclusione di Rosa, si registrò il ritiro della canzone di Adriano Celentano, Lunica chance. Il molleggiato mandò agli organizzatori un certificato medico per gastrite festivaliera.
Rosa sì, era una rossa. E faceva politica. Il coraggio di Rosa Balistreri, in unepoca in cui opporsi al sistema era tuttaltro che facile, dovrebbe essere preso ad esempio dai tanti artisti impegnati di oggi. «A Sanremo, i cantanti vanno per vendere più dischi e fare più soldi, io sono venuta qui per fare politica, per protestare cantando. Si può fare politica e protestare in mille modi, io canto. Ma non sono una cantante
sono unattivista che fa comizi con la chitarra».
La preoccupazione dei suoi – come li definì lei stessa – nemici politici era che Rosa, donna e artista libera, potesse dire qualcosa di sconveniente andando contro quel sistema consolidato che lei tanto avversava. «Hanno visto giusto
non so se sarei stata capace di cantare davanti a quella gente elegantissima, reazionaria, travestita con abiti da carnevale».
Perché Rosa, se avesse avuto la possibilità di partecipare alla competizione, avrebbe cantato e poi avrebbe detto: «Conosco il mondo e le sue ingiustizie
E sono certa che prima o poi anche i poveri, gli indifesi, gli onesti avranno un po di pace terrena». Non glielo permisero. E in quel Festival trionfò Peppino Di Capri con Un grande amore e niente più.
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