Le facce di quattro disabili mentali affiancate a quella del candidato sindaco di Calascibetta Carmelo Lo Vetri per deridere la sua campagna elettorale. «Ti sei scelto a sostenerti i quattro scemi del villaggio», sembra essere il messaggio del fotomontaggio che, da qualche giorno, rimbalza tra le chat di gruppo su Whatsapp. Al punto da arrivare anche alla sorella di una delle persone prese di mira che vive all’estero e che ha deciso di segnalarlo allo Sportello antiviolenza Diana di Enna. Alcuni familiari hanno già presentato un esposto alla procura ennese. «La satira politica non può diventare bullismo», commenta a MeridioNews l’attuale consigliere di opposizione Lo Vetri, che racconta di essere stato già oggetto di altre immagini. «Finché erano su di me, potevo pure accettarlo. Ma in questo caso – denuncia – è stato superato il limite perché per colpire me qualcuno non si è fatto scrupoli a ledere la dignità e l’immagine di quattro concittadini con difficoltà».
Soggetti fragili conosciuti nella comunità locale del paesino dell’Ennese diventati, loro malgrado e a loro insaputa, protagonisti di un volantino elettorale in cui l’aspirante primo cittadino annunciava una diretta su Facebook in cui presentare la propria candidatura, con la lista Valorizziamo Calascibetta, in vista delle elezioni amministrative (che, causa Covid, sono slittate da maggio a ottobre). Nella grafica originale c’era al centro il volto di Lo Vetri, circondato da quelli di quattro suoi sostenitori poi sostituiti con quelli dei disabili. L’autore del fotomontaggio, diventato virale in poco tempo, non è ancora stato individuato ma adesso la procura di Enna ha aperto un fascicolo.
«È naturale pensare che sia opera di qualcuno che orbita attorno ai miei avversari politici – ipotizza Lo Vetri – anche perché inizialmente girava nelle chat delle app di messaggistica di quegli ambienti. Ci aspettiamo – aggiunge – che la controparte politica prenda le distanze da chi ha realizzato e fatto circolare quell’immagine». A questo proposito l’attuale sindaco di Calascibetta Piero Capizzi, ha ammesso che «non conosco la vicenda». Informato della vicenda ha espresso la sua «assoluta condanna per stupidi ed esecrabili gesti del genere».
Intanto, anche gli avvocati dello Sportello antiviolenza Diana Enna stanno già lavorando per presentare una denuncia alle forze dell’ordine. «Abbiamo ricevuto la segnalazione di questa familiare – spiega a MeridioNews l’avvocata Eleanna Parasiliti Molica, che è la presidente dello Sportello – a cui quell’immagine terribile è stata inoltrata da chi non sapeva nemmeno fosse la sorella di una delle vittime». Per la realtà che, da anni, opera nel territorio non solo contro la violenza sulle donne ma anche per sensibilizzare sulle tematiche del linguaggio dell’odio si tratta di «una iniziativa ignobile che strumentalizza soggetti in condizioni di difficoltà fisica e psicologica per ragioni politiche – dice Parasiliti Molica – Non solo un comportamento moralmente biasimevole ma anche penalmente rilevante».
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