Quante torce umane occorreranno per illuminare la mente dei nostri legislatori? Persi tra le Tabelle acca, le prebende, la strabiliante rete di privilegi che sta soffocando la Sicilia non ci si accorge di una società che si dispera e affonda nell’indifferenza di chi dovrebbe riformarla e salvarla.
Quante lacrime dovranno essere versate da padri e madri preoccupati del futuro fosco e dal presente buio per le loro famiglie? Quando dovrà arrivare un provvedimento che inietti risorse per una società esangue? Quanti posti di lavoro dovranno essere persi prima di rendersi conto che la sopportazione non sarà senza limiti?
Quando si comincerà, a Sala d’Ercole, a parlare di povertà, di bisogno, di disperazione? Quando si smetterà di tutelare i già protetti e si presterà attenzione agli ultimi, ai senza nulla, a chi è stato confiscato anche il futuro?
La rivoluzione in marcia ha dato grandi scossoni alla mummificata macchina burocratica e al carrozzone della politica. Adesso si dedichi alla società. Sfidi l’Assemblea regionale siciliana, preoccupata per esclusioni dalle Tabelle e nomine, e vari un reddito di sostegno. Trovi le risorse attingendo dai privilegi e dai privilegiati.
Alla storia si passa non per un’elezione vinta, ma per un cambiamento realizzato.
La maledizione che affligge i leader riformatori meridionali potrebbe colpire anche il Presidente della Regione: provare a cambiare una macchina e un sistema ed essere invariabilmente mutati dalla macchina e dal sistema. Le maledizioni possono essere smentite. Ma occorrono fatti solidi come pietre e ostinati come il sole.
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