Quando Mussolini trasferì tutti i funzionari pubblici nati in Sicilia…

da Giuseppe Scianò
leader del Fronte nazionale siciliano
riceviamo e volentieri pubblichiamo

L’FNS “Sicilia Indipendente”, – nella ricorrenza del 72° anniversario dell’evento, – ricorda che, il 5 agosto del 1941, il Capo del Governo italiano e Duce del Fascismo, Benito MUSSOLINI, – con un “Telegramma di Stato” (Prot. n° 59243), indirizzato a tutti i Ministri del Regno d’Italia, – impartì il seguente, perentorio, laconico, draconiano e “fulminante” ORDINE:

“Dagli uffici della Sicilia debbono essere, entro breve tempo, allontanati tutti i funzionari nativi dell’Isola. Provvedere in conformità assicurando”.

Come confermerà, poi, qualche storico, il motivo di una tale disposizione, unica nel suo genere, è da cercarsi proprio nel sospetto di SCARSA LEALTA’ verso l’Italia, da parte dei funzionari siciliani che si erano dimostrati “sensibili” alla propaganda, peraltro clandestina, del Separatismo.

E’ certo, tuttavia, che Mussolini aveva ricevuto, al riguardo, segnalazioni ben precise dai Servizi Segreti. “Servizi” che, com’è noto, nonostante la scarsezza di mezzi economici, funzionavano in modo egregio.

I giornalisti e gli scrittori che si sono occupati della Seconda Guerra Mondiale in Sicilia, per la maggior parte, ignorano, o fingono di ignorare, o minimizzano questo specifico episodio e ciò che significa. Nonostante fosse, comunque, un FATTO che rappresenta un esempio di “resistenza siciliana” al Fascismo.

Questa disposizione, – che ha, pur sempre, aspetti di “razzismo”, – ebbe grosse conseguenze psicologiche e politiche su tutti i Siciliani (o, meglio: sui “nativi” dell’Isola). Anche in quanti avevano la “TESSERA” del Partito Nazionale Fascista e “riconoscimenti” vari, persino di carattere patriottico e militare.

Insomma: il semplice fatto di essere NATI IN SICILIA comportava disparità di trattamento rispetto agli “ITALIANI” veri e propri.

In data 4 ottobre 1941, il genero di Mussolini, Galeazzo CIANO, scriverà nel proprio famoso “DIARIO” :

“La situazione interna – che fa acqua in molti posti – diviene grave in Sicilia. Questa Regione, che della guerra ha tutti i costi e nessun beneficio, è stata soprattutto urtata dalla decisione personale del Duce di allontanare i funzionari siciliani dall’isola. Alla miseria si è aggiunto ciò che essi considerano un oltraggio. Perchè ciò sia stato fatto io non so. Ho visto Gaetani, che desidera lasciare la carica di Vice Segretario del Partito e che piange quando parla delle condizioni della Sicilia. Ho visto Massi, che dovrebbe trasferirsi nel Nord Italia e che rifiuta di farlo. “Mio padre è genovese e mia madre è siciliana. Se fosse ebrea sarei arianizzato. Così, invece, non c’è perdono per me. Essere siciliani è dunque peggio di essere ebrei?”. (Vedi: Francesco RENDA, “Storia della Sicilia”, Edizione Sellerio, Palermo, 1985, Vol. 2°, pag. 404). (a sinistra, un’immagine di Galeazzo Ciano tratta da sapere.it)

L’FNS ritiene che quel telegramma “scomodo”, oggi forse più di quanto lo fosse stato ieri, rappresenta pur sempre il “riconoscimento” da parte del Capo del Governo italiano dell’epoca, Mussolini, di una IDENTITA’ NAZIONALE del Popolo Siciliano, DISTINTA e diversa da quella, appunto, italiana.

Aggiungiamo che l’ordine di Mussolini, seppure contro la volontà e le intenzioni del Duce, confermò la pericolosità e l’importanza del ruolo di una resistenza sicilianista, indipendentista e separatista al fascismo, inteso anche come regime del Paese dominante sulla Sicilia.

Gli Indipendentisti FNS, nel ricordare questo episodio di storia siciliana ed italiana nello stesso tempo, vogliono rendere omaggio a quegli uomini coraggiosi che, sfidando la morte ed i rigori del Regime fascista, mantennero vivi gli Ideali di una Sicilia libera e indipendente.

A N T U D U !

 

Redazione

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