Quando il Palermo era in finale e vinceva lo sport

Solo due anni fa, il Palermo giocava contro l’Inter in una finale di Coppa Italia che segnava soprattutto  la vittoria dello sport, grazie alla tifoseria rosanero che invadeva la città di Roma, coprendola di rosa. E in un’atmosfera gioviale di rispetto dell’avversario e dell’eventuale risultato di sconfitta ci si avviava allo stadio Olimpico per realizzare una festa.

Tifosi del Palermo all’Olimpico nella finale di coppa Italia del 2011. Foto tratta da youtube.

E nonostante la balorda sconfitta, macchiata da strani e pleonastici aiutini arbitrali alla squadra avversaria (ad esempio la gratuita espulsione del rosanero  Munoz che aveva appena riaperto la partita), i tifosi rosanero chiusero l’esperienza con pianti e applausi, senza il minimo sentore di disordini e d’incidenti. Anzi: elogiando e festeggiando lo stesso. E tutto ciò nonostante quel campionato si fosse concluso con una valanga di rigori non concessi ai rosa, anche i più evidenti e i più violenti e antisportivi.

Due anni fa la finale di coppa Italia, grazie al Palermo, fu una festa dello sport italiano: una bella e forse irripetibile festa, onorata anche e soprattutto dalla tifoseria della squadra sconfitta.

E non era la prima volta. Già nei lontani anni ’70 il Palermo giocò due finali e, se la seconda, contro la Juventus, fu giocata e vinta 2-1 sul campo ai supplementari da avversari chiaramente più forti, la prima, contro il Bologna, fu un vero e proprio furto: il Palermo dominò, attaccò quasi sempre, segnò un gol, e fu raggiunto dal Bologna all’ultimo secondo a causa di un rigore inesistente comminato da uno strano e potente personaggio che, per molti, tutto era tranne un amante del bel calcio: l’arbitro Sergio Gonella. Il quale, nella serie di rigori finali fece anche ribattere un rigore al Bologna, a giudizio di tanti, per il solo motivo che non l’aveva segnato…

Una formazione del Palermo 1973-74 in una figurina della raccolta “Panini”.

Quasi tutti i tifosi del Palermo considerano Gonella come una di quelle sciagure che hanno segnato in negativo la classe arbitrale italiana: anche nella finale di coppa del mondo tra Argentina e Olanda del 1978 ne combinò qualche altra delle sue. Ancora nei tardi anni ‘80 si leggevano coloriti e irripetibili epiteti nei riguardi di Gonella sui muri vicini alla Favorita, cancellati da società e amministrazione e prontamente e goliardicamente riscritti nottetempo da ignoti tifosi tra un panino c’a meusa e una birra rigorosamente “Messina”.

I tifosi del Palermo, anche là, in quella sconfitta dello sport (e non solo del Palermo) che fu la finale di coppa Italia del 1974, reagirono comunque sportivamente così come il presidente di allora, il mitico Renzo Barbera. Se una cosa del genere fosse accaduta ad altre tifoserie, ci sarebbe stato forse un nuovo sacco di Roma, in stile visigoto o lanzichenecco.

La stragrande maggioranza dei tifosi del Palermo invece sono signori. A parte qualche sfottò, magari scritto sui muri, raramente si sono spinti oltre in tanti difficili momenti della loro squadra. La stragrande maggioranza sono signori da molto tempo ormai e, forse, per questo motivo non hanno mai vinto quasi niente e non hanno visto spesso la propria squadra giocare nella massima serie.  Hanno applaudito anche in occasione della retrocessione di quest’anno. Hanno dimostrato ampiamente di essere tra quelle rare tifoserie che accettano i risultati sportivamente, che preferiscono perdere a vincere con l’aiutino di turno, e che pensano solo ad onorare lo sport, sicuro con il folclore del tifo, ma non oltre.

I tifosi del Palermo a piazza di Spagna nel maggio 2011. Foto tratta da www.paperblog.com

Ci sarà il rispetto dell’avversario nella finale dell’edizione 2012-2013 che si gioca oggi? Sarà la stessa festa di sport vista in Palermo-Inter di due anni fa, anche nell’imminente finale Roma-Lazio?

La risposta, purtroppo, è molto facile ed è: no. E speriamo di sbagliarci, ma ci sembra una speranza molto difficile da realizzarsi.

Gli incredibili incidenti e le violenze gratuite di poche settimane fa, nell’ultimo derby tra le squadre romane non fanno ben sperare: ci furono coltellate, scontri durissimi fuori dallo stadio e i soliti cori impronunciabili ai bordi del campo. Su alcuni siti delle due tifoserie non ci sono segnali di distensione e tantomeno di sportività, anzi: le frasi violente abbondano, la mancanza di sportività è evidente, e sono troppi i segnali di pericolo. E non è tutto: i giocatori della Lazio, a detta della dirigenza biancoceleste, sono stati addirittura minacciati di morte, con pressioni tutt’altro che sportive e altri segnali inquietanti.

Gli scontri fuori dallo stadio nell’ultimo derby Roma – Lazio. Foto tratta da www.calcioweb.eu

La gestione del calcio italiano, da anni incapace di porre rimedio alla violenza , è ormai arrivata al ridicolo, anzi al grottesco. Decenni d’ingiustizie sportive, di decisioni incredibili nei riguardi di enormi illeciti sportivi così come nelle settimanali punizioni comminate quasi a casaccio dal cosiddetto “giudice sportivo”, e ancora nelle topiche del cosiddetto “osservatorio” hanno prodotto ulteriori frustrazioni, ulteriori scontenti, ulteriore sensazione d’impotenza nei tifosi veri come in quelli presunti e pericolosi.

L’ultima incredibile decisione da parte di chi gestisce il calcio in Italia è sciagurata: quella di far giocare la finale di stasera, anzi, di oggi pomeriggio, con le porte aperte alle tifoserie organizzate di Roma e Lazio. Una decisione che non lascia molta speranza: se non è certo, è molto probabile, visto il clima della vigilia, che ci siano disordini anche gravi.

La partita andava giocata a porte chiuse, non solo per evitare disordini, scontri o peggio, ma per evitare un ennesimo show vergognoso del calcio italiano e per dare la giusta punizione a chi va allo stadio per sfogare i propri bassi intinti anziché per onorare lo sport e godere del “bel gioco”. Andava giocata a porte chiuse, senza indugio.

E invece, e speriamo d’essere contraddetti dai fatti, la finale di coppa Italia tra Roma e Lazio di oggi  si annuncia come l’ennesima vergogna del calcio italiano. Ci sarà una squadra sconfitta. Come reagiranno i tifosi della squadra sconfitta? Speriamo che lo sport se la cavi.

Solo due anni fa, il Palermo portava la festa in una finale di coppa Italia: due anni che, con i rosa di nuovo in B, sembrano due secoli.

 

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Gabriele Bonafede

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