Quando i ‘bip’ non bastano

Litigi, schiaffi e coppie che scoppiano in diretta, sono ormai entrati a far parte della nostra quotidianità. Ma i soli “bip” basteranno a coprire i messaggi negativi propinati dalla TV?

 

Lo scorso 18 ottobre il Consiglio degli Utenti, istituito presso l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ha espresso il dissenso nei confronti della trasmissione “La Pupa e il Secchione”, colpevole di trasmettere messaggi pericolosi per i giovani che assistono al trionfo dell’immagine a discapito dei contenuti. Dissenso è stato espresso anche per i reality-show in generale che propongono, in prima serata, discutibili modelli comportamentali ad un pubblico composto da minori e adolescenti.

 

Il pubblico forse comincia a essere un pò stanco di questa formula televisiva. E così, se per alcuni il genere reality è al capolinea, per altri come Giorgio Gori (presidente di Magnolia, produttore dell’Isola dei famosi) constatare la morte del reality show è quanto meno prematuro. Lo stesso, ospite a Porta a Porta, ha dichiarato che il successo che i reality hanno ottenuto ha spinto a mettere in campo più di quanto il pubblico potesse seguire. Certo non basta questa affermazione a giustificare le bestemmie e le parolacce dell’Isola dei famosi.

 

I match in tv sono continui, sconfinano oltre il reality e non ci risparmiano neppure la domenica pomeriggio, in cui anche persone “colte” sono cadute nella trappola della tv spazzatura. Viene, comunque, spontaneo chiedersi se tutto ciò che ci mettono davanti sia davvero così “real”, perchè il più delle volte le risse sembrano concordate. Ma questo ha poca importanza quando si riesce a far salire l’audience. E il pubblico, si sa, è curioso.

 

Fortunatamente non è tutto da buttare in questa tv spazzatura, ma si potrebbe fare una raccolta differenziata. Un esempio? I programmi della seconda serata. Chiamarla TV d’élite è forse troppo, però è davvero un peccato che certi programmi vadano in onda così tardi. Anche perchè ricoprono una bella fetta di audience, che corrisponde a quel pubblico deluso da altri tipi di programmi.

 

Chi fa televisione dovrebbe cercare di tutelare l’utente e offrire una programmazione più vasta perchè i programmi sembrano tutti clonati. Non si fa che vedere gente che piangendo racconta le proprie esperienze oppure modelli irrangiungibili di bellocci muscolosi e pupe belle ma stupide. Ma è davvero questo lo specchio della nostra società? Forse siamo proprio noi, come pubblico, ad alimentare questa tv, perchè accendendola troviamo una scusa per criticarla.

Katia Leonardi

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