Qual è il motivo per cui Maresco ha disertato Venezia? All’origine possibili screzi con la famiglia Mattarella

La sua assenza alla mostra del cinema di Venezia ha fatto rumore. Ancor di più perché il suo film, La mafia non è più quella di una volta, è stato molto apprezzato dalla critica. Ma la sorpresa è stata tale fino a un certo punto, visto che il carattere spigoloso di Franco Maresco tra gli addetti ai lavori non è certo un mistero. Il regista palermitano, tra l’altro, non è nuovo a clamorosi rifiuti nei confronti del festival lagunare: nel 2014, quando a Venezia era stato proiettato il precedente Belluscone, aveva scelto di non andare per «paura della folla».

Ma questa volta il motivo sarebbe ben più pregnante. Secondo molti addetti ai lavori che hanno assistito alla proiezione di ieri mattina, l’assenza di Maresco sarebbe da ricondurre alle scene in cui viene tirato in ballo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il regista infatti non avrebbe gradito l’assenza di una sua presa di posizione dopo la sentenza del tribunale di Palermo che ad aprile 2018 ha accertato, in primo grado, l’esistenza di una trattativa tra Stato e mafia. Un silenzio, quello di Mattarella, che lo stesso Maresco aveva già sottolineato in un’intervista a MeridioNews.

Una critica che il regista ha inserito pure nel film, col protagonista Ciccio Mira, organizzatore di concerti neomelodici che, dopo aver organizzato uno spettacolo allo Zen dedicato a Falcone e Borsellino (iniziativa mal vista nel quartiere), si spinge a spiegare l’atteggiamento del presidente della Repubblica con la sibillina frase «i palermitani non parlano». Pare, tra l’altro, che il film sia stato sottoposto dalla produzione – e col consenso di Maresco – prima alla famiglia Mattarella. Che non avrebbe gradito affatto il riferimento di Mira al padre che votava Bernardo Mattarella (il padre del presidente della Repubblica) e la suggestione del regista alla precedente omertà degli abitanti dello Zen, i quali nelle riprese di Maresco rifiutano di dichiarare eroi i giudici Falcone e Borsellino.

E ciò nonostante, sempre secondo fonti ben informate, lo stesso Maresco avesse scelto di alleggerire la scena, per venire incontro ai dubbi della famiglia Mattarella, pur volendo mantenere la critica al presidente. In Laguna, poi, la sensazione è che i produttori e distributori del film abbiano scelto di difendere solo in parte il regista. Che per questo motivo avrebbe preferito non presentarsi all’improvviso all’incontro coi giornalisti. La diserzione di Maresco rischia dunque di far passare in secondo piano la netta critica al mondo dell’antimafia che il regista palermitano fa partire dal 25esimo anniversario della morte di Falcone, ovvero il 23 maggio 2017. A fare da guida in questo viaggio è la fotografa Letizia Battaglia (presente invece al Lido), al cui ottimismo fa da contraltare il cinico e cronico pessimismo di Maresco. Sentimento che, dopo questo film e le possibili ulteriori reazioni dell’antimafia palermitana, potrebbe ulteriormente acuirsi.

Andrea Turco

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