«C’è una trattativa in corso, ma non posso dire di più». Toto Cordaro non si sbottona, ma assicura che su Drasy potrebbero esserci novità. Il poligono di tiro che ricade nel territorio di Agrigento, in un’area naturale su cui da metà anni Novanta c’è la richiesta di istituzione di una riserva naturale, è tornato ieri al centro dell’attenzione, dopo che l’associazione Mareamico ha divulgato le immagini di nuovi cedimenti nell’area. «L’erosione costiera e le vibrazioni causate dalle esercitazioni militari, stanno facendo crollare la collina di Drasy. In questi ultimi giorni è caduta in mare una stradina interna di passaggio e il binario porta sagome, utilizzato dall’esercito», dichiara il responsabile di Mareamico Claudio Lombardo.
Delle esercitazioni militari si parlò ampiamente nella primavera di due anni fa, in seguito a un video in cui venivano mostrati i blindati e il personale della brigata Aosta a Drasy. Il luogo, peraltro, per sette mesi l’anno ospita anche le attività di polizia e carabinieri, ma anche le esercitazioni dei militari statunitensi di stanza a Sigonella. «Per chi vive da queste parti sentire tremare la casa periodicamente non è una novità, anche se l’abitudine non ce la si fa mai – commenta Lombardo -. I problemi però riguardano anche altro, a partire dall’inquinamento nel mare antistante la costa per via dell’elevata concentrazione di piombo. Le bonifiche, per quanto promesse, ancora non ci sono state».
Nel 2014, la possibilità di spostare il poligono in un’altra sede fu al centro di un’interrogazione parlamentare alla Camera a cui rispose l’allora sottosegretario alla Difesa Gioacchino Amato. «Nell’ottica di una fattiva collaborazione sono in corso incontri tra rappresentanti del comando della Regione militare sud e della presidenza della Regione Siciliana – si legge nel resoconto stenografico – allo scopo di discutere le problematiche connesse con l’area del poligono di Drasy e l’individuazione di una nuova area, cercando di contemperare le imprescindibili esigenze addestrative della forza armata con gli aspetti che attengono all’impatto ambientale e allo sviluppo turistico ed economico dell’area che comunque per la Regione Siciliana sono fattori altrettanto importanti».
Quasi sei anni dopo in Sicilia è cambiato il governo regionale – da Crocetta a Musumeci – ma non la situazione a Drasy. Anche se, a detta dell’assessore Cordaro, è solo questione di tempo. «Credo che già a metà del prossimo mese potremo fare sapere qualcosa», dichiara il titolare della delega al Territorio e all’Ambiente, consapevole che la decisione non dipenda soltanto dalla volontà del governo ma dal consenso anche delle forze armate. «Se ci sono novità positive saremo i primi a essere felici – commenta il sindaco di Agrigento Lillo Firetto – anche perché si tratterebbe di una sorpresa lieta. A oggi, infatti, non abbiamo avuto notizie dalla Regione in merito all’individuazione di un’alternativa né siamo stati coinvolti in momenti di confronto».
A rimanere le stesse sono anche le esigenze. «La presenza del poligono in un passato, ormai remoto, è servita ad allontanare le mire dei palazzinari. Da tempo, però, quell’area è vincolata ed è giusto che venga valorizzata da un punto di vista ambientale istituendo la riserva. La permanenza delle esercitazioni militari danneggia il territorio», conclude il primo cittadino.
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