Pubblico impiego: quesiti risolti? No, soltanto rimandati!

Lo sciopero generale nel pubblico impiego, previsto per il 16 di aprile del 2007, insieme a quello già proclamato per la scuola, ha vissuto in questi ultimi giorni una sorta di “retro-front”, nella speranza che si trovino i tanto attesi accordi per il rinnovo del contratto nazionale dei lavoratori statali, scaduto ormai da quindici mesi. La proposta di sospensione del lavoro era stata annunciata dalle segreterie nazionali dei sindacati di categoria di Cgil-Cisl-Uil, un vero e proprio corteo nazionale che avrebbe avuto come sedi principali le città di Milano, Roma e Napoli per rappresentare rispettivamente il nord, il centro ed il sud dell’Italia.

Per capire meglio il significato di questo sciopero ripercorriamo brevemente le fasi più salienti degli incontri che si sono succeduti nell’arco di quasi un anno e mezzo fra le associazioni di categoria ed i rappresentanti del governo.

Il primo campanello d’allarme era già suonato quando i sindacati alla scadenza dei contratti pubblici, nel dicembre del 2005, avevano accusato il governo di non aver quantificato le risorse economiche per il tanto acclamato rinnovo contrattuale degli statali. I segretari generali della Cgil, Guglielmo Epifani e della Uil, Luigi Angeletti, hanno seguito la delicata questione, impegnandosi in prima persona ad invitare il governo ad affrettarsi e dare le direttive all’Aran (agenzia di rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) per il rinnovo dei contratti pubblici. La mancata collaborazione del consiglio dei ministri ha portato ad un’immediata intesa fra tutte le associazioni di categoria che hanno subito minacciato l’improrogabilità di uno sciopero generale. In realtà attraverso questa intimidazione i sindacati hanno sperato di trovare gli accordi senza il bisogno di bloccare un’intera nazione. Purtroppo però in mancanza di tali intese le associazioni hanno deciso di annunciare la protesta di tutti i lavoratori del pubblico impiego il 16 aprile del 2007.

La questione non esenta neanche i funzionari ed i dipendenti della scuola. A tale proposito in questi giorni si è concluso con un nulla di fatto l’incontro a Palazzo Chigi tra il premier Romano Prodi, i ministri dell’Economia e della Pubblica Istruzione, Padoa Schioppa e Fioroni, ed i sindacati della scuola, che hanno confermato lo sciopero nel settore, in coincidenza con quello indetto per tutto il pubblico impiego. Si è trattato di un faccia a faccia di quasi due ore che ha lasciato delusi i sindacati confederali Snals e Gilda. Il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima, ha dichiarato che tale rivendicazione è qualcosa di necessario e di legittimo poiché si tratta di soldi che appartengono alla scuola e che devono essere utilizzati per la valorizzazione del suo personale.

Sulla base di queste richieste il governo, in questi ultimi giorni, ha cercato di impegnarsi per venire incontro alle esigenze delle associazioni di categoria, preparando una prima stesura della direttiva quadro per il rinnovo del contratto degli statali, confermata dal ministro della Funzione pubblica, Luigi Nicolais, che comunque per approvarla definitivamente ha bisogno del consenso della Conferenza delle Regioni. Il ministro ha inoltre garantito che per i finanziamenti per il pubblico impiego non saranno adoperati i fondi che sono già stati previsti per la nuova finanziaria, programmata per l’1 gennaio del 2008.

In presenza di questi ultimi risvolti i rappresentanti di Cgil-Cisl-Uil, in accordo con i sindacati scolastici, hanno rinviato a maggio lo sciopero inizialmente previsto per oggi, lunedì 16 aprile. Nelle prossime ore le segreterie nazionali di tutte le associazioni di categoria decideranno la nuova data della mobilitazione. I sindacati, infatti, nonostante l’impegno del governo, hanno giudicato negativamente la Direttiva madre sui contratti dei lavoratori pubblici, in particolare l’introduzione del tetto del 4,46% agli incrementi, che non consentirebbe l’incremento di 115 euro mensili previsti per il comparto scuola. Più dura la posizione dei Cobas, secondo i quali l’accordo tra governo e confederali non tutelerebbe affatto i dipendenti scolastici.

Dunque, quesiti risolti? Non proprio! Le più difficili questioni riguardanti il rinnovo dei contratti statali sembrano state rinviate, così come è stato prorogato anche lo sciopero nazionale di tutti i rappresentanti di categoria. La speranza è che prima della nuova data di mobilitazione si trovino degli accordi che possano soddisfare sia il governo che i rappresentanti dei lavoratori.

Gianluca Nicotra

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