Condannati a nove mesi con pena sospesa per abuso d’ufficio e assoluzione per il reato di truffa. È questo l’esito della sentenza del processo Pta di Giarre per Melchiorre Fidelbo e Giuseppe Calaciura. Il marito della senatrice del Partito democratico Anna Finocchiaro e l’ex dirigente sanitario dell’Asp 3 di Catania finiti sotto processo per l’affidamento del servizio di informatizzazione del Presidio territoriale ionico. Con loro, seduti sul banco degli imputati anche l’attuale senatore Antonio Scavone e l’ex manager Giovanni Puglisi; entrambi assolti dalle accuse di abuso d’ufficio e truffa.
Al centro della vicenda l’affidamento del servizio di informatizzazione del Pta. Un’assegnazione diretta e senza gara d’appalto alla società Solsamb Srl, amministrata da Fidelbo, consorte della candidata principale avversaria di Raffaele Lombardo alle elezioni regionali del 2010. L’accordo per la convenzione risale al 30 luglio 2010, il periodo in cui Lombardo inaugurava il suo quarto mandato a Palazzo d’Orleans, sancendo l’ingresso in giunta proprio del Pd. A spiegare alcuni retroscena alla terza sezione penale del tribunale di Catania, nel corso del processo, sono stati Salvatore Sciacca, Giansalvo Sciacchitano e Giovanni Benedetto, tutti e tre professionisti che facevano parte, in qualità di soci, della Solsamb Sr.
In aula si è presentato nel mese di
marzo del 2015 anche il senatore autonomista Antonio Scavone, giunto nel capoluogo etneo direttamente da Palazzo Madama. Durante l’interrogatorio il politico era partito dalle fasi iniziali della storia: il progetto polivalente Case della salute – voluto dall’allora ministra della Sanità Livia Turco. A interloquire con Scavone su quell’argomento era stato proprio il marito di Anna Finocchiaro, insieme al presidente dell’ordine dei medici catanesi Giansalvo Sciacchitano e al professionista Giovanni Benedetto.
La sede del Pta di Giarre viene indicata da Scavone. Il progetto all’inizio sembra fattibile, arrivano anche le prime proposte, ma ben presto tutto passa in secondo piano. Colpa dell’assessorato regionale, che invia a Roma altri programmi. Nonostante tutto, trascorso un anno, l’idea su Giarre viene nuovamente tirata fuori dal cassetto con la rimodulazione del progetto e un nuovo documento che viene inoltrato all’assessorato nel maggio 2009. Il 15 novembre 2010 a Giarre a tagliare il nastro tricolore insieme a Calaciura e Massimo Russo, assessore alla Sanità del governo Lombardo, c’erano Melchiorre Fidelbo, Anna Finocchiaro e Livia Turco. A presentare il progetto era stato un consorzio, Sd@ che aveva al suo interno l’università di Catania, la Tnet Srl insieme alla stessa Asp 3 e alla società di Fidelbo.
Secondo alcune testimonianze, era proprio Fidelbo a presentarsi come rappresentante dell’Asp 3 a funzionari e dirigenti regionali per parlare del progetto sul Pta di Giarre. A confermarlo è stato anche l’allora assessore alla Sanità Russo. Una testimonianza rilevante per la quale spesso l’udienza è stata rinviata. È stato l’ex fedelissimo di Lombardo a definire Fildelbo una persona «particolarmente pressante». «Dopo l’inaugurazione, scelsi di mandare gli ispettori. E, dopo aver letto la relazione, m’incazzai», dice in aula Massimo Russo. Per Scavone e gli altri imputati il pm Alessandro La Rosa aveva chiesto un anno di reclusione per abuso d’ufficio. Mentre per l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato era stata chiesta l’assoluzione «perché il fatto non sussiste».
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