di Claudia Corbari
La disciplina psicologica si è occupata e continua ad occuparsi di svariati ambiti di interesse e, anche per questa ragione, oggi si assiste ad una sempre maggiore diffusione della figura dello psicologo in molteplici sedi; si parla infatti dello psicologo in farmacia, nei centri benessere, nelle aziende, dello psicologo on-line e, addirittura, di applicazioni psicologiche scaricabili negli smartphone. Sembra, dunque, che il bisogno dello psicologo sia sempre più in aumento anche in settori e luoghi in cui questo non è mai stato tenuto in considerazione.
Da tempo la direzione che si segue non è esclusivamente quella della terapia psicologica, ma di un sostegno e di un supporto che appare essere fondamentale per il soggetto che vive periodi critici di vita; anche la tipologia ed il numero di incontri con la persona che chiede aiuto si è notevolmente modificato ma, nonostante la diffusione della figura dello psicologo nei vari contesti, alcuni settori rimangono ancora scoperti a causa della mancanza di fondi o di una errata analisi dei bisogni dei cittadini. (sopra, foto tratta da newsetvlucera.it)
La Psicologia dell’Emergenza si muove oggi proprio nella direzione di quel supporto alla persona nelle situazioni più critiche riconoscendo, quindi, l’importanza della presenza di professionisti del settore.
Sono molteplici le associazioni di volontariato che, consce di tale mancanza nel settore sanitario, si prodigano ad intervenire in caso di incidenti molto gravi, di violenze e di morti improvvise cui la notizia arriva, per prima, nella Centrale Operativa del 118. Ciò accade grazie a convezioni molto difficili da attivare e presenti in pochissime città italiane; una tra queste Torino.
Il volontariato effettuato da psicologi, già iscritti all’Albo Professionale e con una forte esperienza lavorativa alle spalle, è estremamente complesso e richiede una preparazione specifica oltre che successivi momenti di supervisione.
È interessante notare che, nonostante questi interventi siano necessariamente circoscritti nel tempo (sia perché si tratta del momento dell’emergenza, sia perché la convenzione prevede la presenza degli psicologi un solo giorno a settimana), la loro funzione di sostegno sia sempre più riconosciuta dalla popolazione, dagli esperti del settore sanitario, così come da polizia, carabinieri, necrofori ecc.
Ciò che accade, infatti, è una continua richiesta informale da parte di medici, infermieri e gente comune che, riconoscendo il servizio come valido, manifesta il desiderio di poterne usufruire anche in momenti diversi da quelli previsti dalla convenzione attuale.
Anche gli operatori che lavorano nella Centrale Operativa iniziano a riconoscere la rilevanza del servizio psicologico offerto dai volontari e ne richiedono una più assidua presenza, proponendo addirittura l’attivazione di gruppi utili ad elaborare il carico emotivo al quale quotidianamente sono sottoposti a causa delle continue richieste di aiuto da parte della popolazione.
Obiettivo di questo articolo è dunque quello di far conoscere al lettore l’esistenza di un servizio che dai più è sconosciuto e che, forse anche per questo, stenta ancora ad essere seriamente preso in considerazione dalle istituzioni; appare inoltre essenziale diffondere sempre più la cultura del supporto psicologico affiché qualunque individuo che attraversi un periodo difficile della propria vita possa rivolgersi ad un professionista pronto ad ascoltarlo.
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