Che ne sarà delle nove Province siciliane? Anzi, delle Province regionali siciliane, rinominate con la legge regionale numero 9 del 1986? La confusione impazza. Cè chi le vorrebbe abolire. E chi vorrebbe lasciarle tali e quali. Lunica cosa certa è che a decidere dovrà essere lAssemblea regionale siciliana.
Il Movimento 5 Stelle vorrebbe abolirle. Per il parlamentare della Lista Musumeci, Santi Formica, lo schieramento politico che, sotto sotto, vorrebbe sbaraccare le Province sarebbe più ampio. Commentando il rinvio del dibattito a domani, su questo argomento, da parte della prima commissione dellArs (Affari istituizonali), spiega: In questo modo abbiamo sventato il tentativo subdolo portato avanti da Udc, parte del Pd, dai Grillini e dal Mpa, di rinviare sine die il turno elettorale di maggio per i rinnovi dei consigli provinciali, con levidente scopo di abolire definitivamente le stesse Province, sulla falsariga dellindirizzo nazionale, commissariando, nel frattempo, tutti e nove i consigli provinciali.
“Le Province non vanno abolite ma riformate e rese strumenti efficaci di governo delle comunita, al passo con i tempi”, dice il capogruppo del Cantiere popolare all’Ars, Toto Cordaro. Che aggiunge: “Le Province vanno difese perché va tutelato il personale dipendente, che altrimenti rischierebbe di restare senza alcuna certezza per il futuro e questo non possiamo permetterlo, vista la crisi economica e sociale in atto. Alle Province vanno date ulteriori competenze, come la gestione dei rifiuti e delle acque, la gestione della formazione – riformata -, oltre ad un potenziamento della gestione della viabilita’ e dei lavori pubblici, delle scuole e dell’edilizia scolastica”. ‘
Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, sembra avere le idee chiare, visto che propone di applicate lo Statuto autonomistico siciliano: ovvero la sostituzione delle Province con liberi consorzi di Comuni. Questa proposta – dice Crocetta – consentirebbe un risparmio notevole. Si potrebbero inglobare nei consorzi di Comuni Ato, Srr, Iacp etc. La costituzione di nuovi consorzi, consentirebbe ai Comuni di rimpinguare, tra l’altro, un personale che è carente. Su tutto questo credo si possa lavorare con l’Ars ed evitare di approvare una legge come quella di Monti che non riduce i costi, ma burocratizza ulteriormente le province.
La proposta del presidente della Regione sembra la più ragionevole. Si risparmierebbero soldi e non si abolirebbe lente intermedio tra Regione e Comuni, così come prevede lo Statuto siciliano. (foto trtata da strettoweb.com)
I liberi consorzi di Comuni potrebbero risolvere il problema legato alla gestione dei rifiuti. Si chiuderebbe la stagione disastrosa degli Ato rifiuti e si riaffiderebbe ai Comuni un servizio che, di fatto, dai primi anni del 2000 ad oggi, anche se in modo surrettizio, è stato affidato ai privati.
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