Province: dietro il parere del Cga dissapori tra Crocetta e Udc?

IL DUBBIO E’ CHE L’ASSESSORE REGIONALE PATRIZIA VALENTI SI SIA VOLUTO LEVARE UN SASSOLINO DALLA SCARPA CHIEDENDO AL CONSIGLIO DI GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA UN PRONUNCIAMENTO DALL’ESITO SCONTATO

Sgambetto dell’Udc al Governo del presidente della Regione, Rosario Crocetta? Era necessario il parere, seppur autorevole del Consiglio di giustizia amministrativa (Cga) per la Sicilia di Palermo per certificare l’illegittimità della proroga dei commissari alle Province regionali siciliane in deroga alla legge n.71/2013?

Sia chiaro: se un atto amministrativo è illegittimo, tale rimane anche senza il parere del Cga. È solo questione di tempo: prima o poi una magistratura amministrativa farà chiarezza sulla legittimità o illegittimità. In questo caso la chiarezza è stata fatta quasi contestualmente all’adozione della proroga non dei commissari ma dei commissariamenti delle nove Province siciliane. E a volere questa chiarezza è astata – correttamente – l’assessore regionale alla Funzione pubblica, Patrizia Valenti. L’ha fatto per un eccesso di zelo o perché, sotto sotto, il suo partito (l’Udc) non ha condiviso la proroga dei commissariamenti voluta dal governo presieduto da Rosario Crocetta?

Non è una questione secondaria, se non altro perché da un anno le ingerenze della presidenza della Regione in materia di governo degli enti locali sono state tante e spesso pressanti. Sarebbe interessante chiedere all’assessore Valenti se è vera una storiella che circolava con insistenza nei primi mesi dello scorso anno quando venne disposta la soppressione degli organi elettivi delle province: Presidenti e Consigli provinciali.

Allora si disse che Crocetta non era affatto d’accordo sullo scioglimento delle Province, ma, addirittura, di un potenziamento di questi organismi intermedi. Una leggenda metropolitana racconta che l’assessore regionale Valenti si mise in contatto con il presidente dell’Unione delle Province siciliane, Giovanni Avanti. Insieme, assessore e presidente dell’Unione delle province, elaborarono una sorta di pro memoria che venne consegnato al governatore. Un pro memoria che il governatore, per sommi capi, avrebbe dovuto illustrare alla trasmissione Rai “L’Arena” di Massimo Giletti.

Quella domenica, però, andò in scena un imprevisto. Il presidente della Regione, Crocetta, sembra senza avere avvertito l’assessore Valenti, cambiò completamente programma annunciando la volontà di sopprimere le nove province siciliane per anticipare la soppressione delle altre province ad opera del governo nazionale.

Si racconta che l’assessore Valenti ed il presidente dell’Unione delle province siciliane, nell’ascoltare le parole di Crocetta durante la trasmissione, erano allibiti. Avevano preparato un pro memoria – che gli era stato commissionato dalla presidenza della Regione – dove si propugnava l’esatto contrario di quello che Crocetta avrebbe poi detto in tv. Si racconta che Patrizia Valenti e Giovanni Avanti, al telefono, avrebbero detto all’unisono: “Non ci sto capendo più niente”.

Cos’era successo? Il mistero tutt’ora rimane. Su questa vicenda si raccontano solo congetture: per esempio l’incontro tra Crocetta ed un giornalista che avrebbe fatto cambiare opinione al governatore dell’Isola. Fatto sta che quella volta i vertici dell’Udc siciliana ci rimasero un pò male. Anche perché, a quanto pare, questo cambiamento di linea politica sulle province non era stato concordato con tutte le componenti politiche ma frutto di una decisione adottata dal presidente Crocetta.

Nei mesi successivi non sono mancate altre frizioni tra Crocetta e l’Udc. È rimasta negli annali una battuta del leader dello scudo crociato siciliano, senatore Gianpiero D’Alia, che, poco prima delle ultime elezioni amministrative, apostrofò il governatore dell’Isola con le seguenti parole: “Crocetta ha più assessorati che voti”.

In effetti, bisogna ammettere che D’Alia ha colpito nel segno – se è vero che Il Megafono, il movimento del presidente Crocetta e del senatore Lumia – non ha brillato nei risultati di quel passaggio elettorale.

I rapporti tra l’Udc e Crocetta non devono essere migliorati nemmeno negli ultimi tempi. Non si spiega altrimenti l’esautoramento dell’assessore Patrizia Valenti dal dibattito sulle province, sulle città metropolitane e sui “Liberi Consorzi di Comuni”. Su questi argomenti hanno parlato, nell’ordine, il presidente della Regione (in continuazione e spesso a sproposito); il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando; il sindaco di Catania, Enzo Bianco; gli esponenti politici di vari partiti presenti all’Assemblea regionale siciliana (Ars). Ma nessuno ha avvertito il bisogno di interpellare l’assessore Valenti che pure è la responsabile politica di questa riforma.

Possiamo, allora, affermare che questa strampalata riforma – in parte già “bocciata” dall’Ars e in parte bocciata ora dal Cga – non è quella voluta dall’assessore Valenti e dall’Udc? Conoscendo la correttezza e l’intelligenza dell’assessore Valenti e la conoscenza delle leggi e della politica da parte dei vertici dell’Udc, il nostro dubbio è tutt’altro che campato in aria. La proroga del commissariamento delle province non sta né in cielo né in terra. L’istituzione in Sicilia di ben tre città metropolitane – Palermo, Catania e Messina – quando in grandi paesi europei di città metropolitana se ne conta appena una lasciano capire che in Sicilia si rischia di cadere nel ridicolo; per non parlare dei “Liberi Consorzi di Comuni” che di libero non hanno nulla, visto che dovrebbe essere l’Ars ad istituirli calpestando l’articolo 15 della Costituzione.

Questo grande “bordello” creato con questa confusionaria legge, a nostro modesto avviso, non ci sembra farina del sacco dell’assessore Valenti e dell’Udc. Al contrario somiglia sempre più al carattere ondivago e confusionario di un presidente della Regione che in Aula non ha soltanto un problema di maggioranza (che non ha): ma ha anche un problema di rapporto con i singoli parlamentari di Sala d’Ercole che sembra quasi del tutto incrinato.

 

Giuseppe Messina

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