Pronta la Formazione secondo Crocetta: via gli enti, dentro il Ciapi… E poi

AI LAVORATORI IL GOVERNATORE DELLA SICILIA POTREBBE OFFRIRE IL SALVAGENTE, LA TANTO AGOGNATA AGENZIA UNICA REGIONALE. UNICO SACRIFICIO A CUI ANDREBBERO INCONTRO I LAVORATORI POTREBBE ESSERE L’ABROGAZiONE DELLA LEGGE REGIONALE N.24/76

Tante parole, ma pochi fatti. Leggendo le dichiarazioni del presidente della Regione, Rosario Crocetta, sulla formazione professionale, parrebbe di sì. Vestendo i panni di ‘sceriffo’ caccerebbe via tutti per salvare i buoni, e cioè i lavoratori. Sarà così?

Visti i chiari di luna, non resta che far confluire in una Agenzia unica regionale tutti i lavoratori della formazione professionale.

È quello che il presidente della Regione, Rosario Crocetta, dovrebbe fare per sgomberare ogni dubbio sulla verità dei fatti affermati, ma non provati fino ad oggi.

Dopo la dichiarazione sulle ruberie, riportata da un quotidiano, che vedrebbe protagonisti gli enti formativi, a danno dei lavoratori dipendenti, il governatore della Sicilia potrebbe giocarsi una grande chance: creare una Agenzia dove far confluire tutti i lavoratori, garantendogli il futuro lavorativo e lo stipendio mensile. Lavoratori che resterebbero a disposizione dell’Amministrazione regionale per essere, di volta in volta, utilizzati dove nasce l’esigenza di erogare corsi di formazione o servizi formativi in tutta la Sicilia.

Lo diciamo perché quanto asserito oggi dal presidente della Regione siciliana non sempre ha trovato riscontro in quanto finora è accaduto.

Sulla seconda giornata di sciopero dei lavoratori della formazione professionale, argomento che abbiamo trattato in altro articolo, il governatore ha teso una mano, esprimendo loro solidarietà. Un gioco mediatico accattivante o cosa? Il presidente Crocetta ci ha abituato a dichiarazioni forti e ricche di coreografia che sistematicamente però glissano i reali problemi.

“La verità è che dobbiamo distinguere gli interessi di chi si è fregato i soldi da quelli dei lavoratori ai quali assicuriamo stabilità – afferma -. Non possiamo difendere uno spreco alla formazione di 200 milioni di euro a fronte di 150 che effettivamente servono per pagare i lavoratori. Molti di loro hanno contenziosi con gli enti che non li pagano. E per questo esprimo la mia solidarietà. Ma è chiaro che non c’è trippa per gatti per gli enti”.

Qualcosa non quadra. Il presidente Crocetta è a conoscenza che il Ciapi di Priolo, l’ente di formazione di proprietà della Regione siciliana, non paga dallo scorso gennaio gli operatori dell’ex progetto Spartacus? Sono difatti tre le mensilità, quelle di febbraio, marzo e aprile, non corrisposte per i ritardi nell’erogazione del finanziamento in favore del Ciapi.

Ed allora di cosa stiamo parlando? Se a non essere pagati sono i dipendenti degli enti formativi esplode lo scandalo. Mentre se ad aspettare sono gli ex sportellisti il Ciapi non è da considerare ente ‘canaglia’. Qui gatta ci cova!

Continua a non convincerci, difatti, l’atteggiamento del governatore. In altri tempi, altri predecessori si sarebbero intestati la vertenza affrontando ‘di petto’ lavoratori, sindacati ed enti per risolvere con autorevolezza la vertenza. Ed invece no! C’è sempre un impegno istituzionale in concomitanza con la protesta dei lavoratori della Formazione professionale che coincide con il suo allontanamento da Palazzo d’Orleans.

È come se della Formazione professionale non gliene fregasse nulla. Ma non lo dice e sappiamo che non è così. Infatti il governatore ha solidarizzato con la platea dei dieci mila lavoratori, l’anello debole, guarda caso, del sistema formativo. Ed ha il dovere di farlo visto che si tratta di siciliani che dovranno pur andare a votare fra tredici giorni per le elezioni al Parlamento europeo. Come dispiacersi di tanti potenziali votanti che potrebbero tradursi in preziosissimi consensi?

Le cose stanno messe diversamente ed il presidente Crocetta, da fine giocoliere, pare si diverta a mischiare le carte per mantenere quello stato di confusione utile a tenere tutti, ma proprio tutti, sulle spine.

Oramai sembra essere di dominio pubblico che in Sicilia l’esecutivo regionale pare voglia rilanciare un modello pubblico legato alla gestione dei fondi, fino ad oggi destinati a soggetti privati come gli enti gestori, attraverso il Ciapi di Priolo, in vista del raggiungimento di precisi obiettivi, diciamo politici che, però, non appaiono per niente coerenti con l’impianto normativo comunitario, nazionale e regionale in atto esistente.

Il voluminoso contenzioso in corso tra gli enti formativi e l’Amministrazione regionale ne è un chiaro esempio. Così come lo è il rallentamento nei flussi di pagamento verso gli enti e quindi nei riguardi dei dipendenti. Uno scherzetto servito forse a contrapporre lavoratori a datori di lavoro, alimentando, con ogni probabilità, quel caos necessario a mantenere in bilico il sistema formativo.

L’interrogativo è d’obbligo. L’attuale disegno perseguito dall’Amministrazione regionale è legittimo? È lecito? Va ricordato che in Sicilia vige un piano triennale, che si chiama Avviso 20, adottato dalla Regione nel 2011 che ha spinto gli enti di formazione ad impostare l’intera programmazione aziendale in termini di risorse umane, strutture, impianti e attrezzature. La scelta di chiudere ‘in tronco’ il settore, senza alcuna fase transitoria, rischia di arrecare un gravissimo pregiudizio a seguito di inopinati e ingiustificati tagli finanziari, clamorosi rallentamenti nella gestione del comparto con il possibile maturare di una ipotesi di ‘procurato fallimento’.

Il governatore della Sicilia ha il ruolo per decidere di chiudere e riaprire il settore della formazione professionale tutte le volte che riterrà. Trovandoci però in una Regione regolata da principi democratici, il governatore dell’Isola sa benissimo che per chiudere il settore ha un solo obbligo: abrogare la legge regionale n.24 del 6 marzo 1976. E per questo non basta una delibera di Giunta. Serve la certificazione da parte del Parlamento regionale.

La capacità, però, che ha dimostrato di avere all’Assemblea regionale siciliana tutte le volte che si è votato qualcosa di ‘più o meno importante’ per i siciliani, dovrebbe convincerlo che questa strada sia percorribile.

Ed allora il presidente Crocetta potrebbe annunciare al mondo intero, ‘urbi et orbi’, la costituzione di una Agenzia unica del personale della formazione professionale, senza ulteriori costi aggiuntivi ed anzi con il risparmio sui costi generali, appannaggio finora degli enti formativi. Procedere poi alla estromissione degli enti privati dalla formazione professionale e, un minuto prima, però, ricordarsi di farsi approvare una norma di abrogazione della citata legge regionale n.24/76. Magari sostituendola con un articolo sintetico che demanda al Ciapi la gestione dell’intero sistema formativo e delle politiche di orientamento regionale.

Lo farà? Vedremo. Fino ad allora sarebbe cosa buona e giusta, essere cauti e non alimentare aspettative su scenari di difficile attuazione in un settore massacrato da una macelleria sociale senza precedenti.

Giuseppe Messina

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