Prometeo/ Vita dura per i disoccupati siciliani: senza il corso di formazione cancellati i diritti

UNA DIRETTIVA DELLA DOTTORESSA CORSELLO DA’ UNA GRANDE MANO D’AIUTO AL CIAPI DI PRIOLO PER IL RECLUTAMENTO DEGLI ALLIEVI. FASE INDISPENSABILE PER LA CONTRATTUALIZZAZIONE DI 1415 OPERATORI DEL SETTORE. MA TALE SOLERZIA NON DOVREBBE ESSERE TALE A PRESCENDERE DAI BISOGNI DEL CIAMPI?

La Sicilia corre ai ripari a detta nuove regole per il mercato del lavoro.

In materia di politiche attive del lavoro e di attuazione di quanto stabilito dall’articolo tre del decreto legislativo n.181 del 21 aprile 2000, l’Amministrazione regionale pare voglia porre fine all’inadempienza che dura da quattordici anni.

A fornire la risposta è intervenuta la direttiva n.18637 del 31 marzo 2014 a firma dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale del dipartimento Lavoro che ha impartito agli uffici periferici le indicazioni su cosa fare.

Quale la criticità rilevata dal dirigente generale nella richiamata direttiva?

“I soggetti che nel tempo hanno presentato la Dichiarazione di immediata disponibilità (Did) non hanno ricevuto dai Centri per l’impiego alcuna offerta né di inserimento lavorativo, né di formazione professionale”.

Ed è lo stesso dirigente generale a mostrarsi stupito dell’accaduto. Quasi fosse arrivato ieri alla guida del dipartimento Lavoro in Sicilia. Boh!

Occorre precisare che è tenuto a presentare la Did al Centro per l’Impiego ogni soggetto privo di lavoro nel cui ambito di competenza ha il domicilio al fine di vedersi riconosciuto lo Stato di Disoccupazione e i diritti ad esso correlati. Diritti che si sostanziano nei servizi e percorsi formativi erogati al fine di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e contrastare la disoccupazione di lunga durata.

A qualcuno degli osservato è apparso strano questo eccesso di zelo.

Per la verità un motivo valido c’è. È la stessa Corsello a precisarlo nella citata direttiva che riportiamo di seguito.

“Risulta a chi scrive che sia stata incontrata una notevole difficoltà nella selezione degli allievi dei corsi che il Ciapi di Priolo dovrà organizzare”.

Le misure di prevenzione di cui all’articolo 3 del decreto legislativo n.181/2000 non sono state somministrate agli aventi diritto in Sicilia negli ultimi quattordici anni, come dicevamo, ed a sostenerlo sarebbe proprio la dottoressa Corsello che si è dichiarata stupita nell’aver scoperto tale criticità.

Un paradosso che si aggiunge al caos sulla gestione del progetto Prometeo.

Che sia chiaro, la finalità dell’Amministrazione regionale di accelerare le procedure di reclutamento degli allievi per comporre le aule ai fini dell’avvio dei corsi di formazione professionale è un fatto positivo. Solo in tale circostanza il Ciapi potrà contrattualizzare mille e 415 lavoratori. Che lo si faccia proponendo a tutti i disoccupati iscritti presso i Centri per l’Impiego, la “chiamata alle armi” per la frequenza obbligatoria di un corso di formazione pena la perdita del requisito dello stato di disoccupazione, come sancito dall’articolo 4 del citato decreto legislativo n.181/2000, appare cosa “buona e giusta”.

Ciò che stupisce per davvero è l’essersi resi conto, quasi casualmente, che se non si fosse presentato il problema al Ciapi di Priolo in sede di reclutamento degli allievi per avviare il progetto Prometeo da trenta cinque milioni di euro, con ogni probabilità, la proposta formativa diretta ai disoccupati non sarebbe decollata, se non i tempi lunghi.

E la colpa, di certo, non può essere addebitata alle strutture periferiche del dipartimento Lavoro. Per cui tutti i disoccupati ed i percettori di sostegno al reddito della Sicilia sono avvisati: o si iscrivono ad un qualsiasi corso di formazione professionale proposto dal Ciapi di Priolo, poco importa se servirà al disoccupato o meno alla fine del percorso formativo, oppure verranno cancellati dalle liste perdendo i requisiti.

Come mai la dottoressa Corsello, che ha la regia del progetto Prometeo, non ha pensato bene di programmare il reclutamento degli allievi attraverso i Centri per l’impiego con direttive emanate in concomitanza, per esempio, della pubblicazione del bando di fine dicembre 2013? Era cosi’ difficlle prevedere la difficolta’ di reprimento degli allievi? Per non parlare poi dell’atavico ritardo nel somministrare il corso di formazione a chi ha presentato il Did.

Quanti tra le decine di migliaia di cassaintegrati siciliani ha seguito un percorso formativo per il rocollocamento al lavoro? Dove sono i dati sul numero degli occupati frutto dei percorsi formativi avviati attraverso il citato decreto legislativo n.181/2000?

 

 

Giuseppe Messina

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