Prometeo/ Il Ciapi di Priolo nega accesso agli atti al Comitato dei Lavoratori Ial Sicilia

SECONDO LA DIRETTRICE DELL’ENTE FORMATIVO REGIONALE, LUCIANA RALLO, I DIPENDENTI NON AVREBBERO TITOLO PER CHIEDERE QUESTI DOCUMENTI

Il Ciapi di Priolo nega l’accesso agli atti del Comitato del lavoratori dello Ial Sicilia. A comunicarlo, in una nota, la direttrice dell’ente formativo Ciapi di Priolo (che fa capo alla regione siciliana), Luciana Rallo.

La richiesta è stata formulata dal presidente del citato comitato, Silvana Di Girolamo, perché i lavoratori dell’ente sostengono che il progetto “Prometeo” lede fortemente gli interessi dei dipendenti dello Ial Sicilia.

La vicenda affonda le radici nello scontro frontale tra diverse correnti del Partito Democratico che ha portato l’ente formativo, il più grande della Sicilia, ad essere destinatario della revoca dell’accreditamento. Le motivazioni addotte dall’assessorato regionale alla Istruzione e Formazione professionale facevano riferimento alle supposte gravi irregolarità amministrative e contabili che avrebbero interessato la gestione dell’ente. Almeno secondo l’amministrazione regionale.

Recentemente il Consiglio di giustizia amministrativa (Cga) per la Sicilia di Palermo, purtroppo per il Governo Crocetta, ha accolto le ragioni dello Ial Sicilia rimettendolo in pista per riavviare le attività formative della seconda annualità dell’Avviso 20/2011, oggi finanziato con le risorse del Piano Giovani.

In questo scontro titanico tra diverse anime del PD, il Governo regionale che si sarebbe prestato a tentare di cancellare l’ente per mettersi in mano i circa 22 milioni di euro di finanziamento. Un tempo l’ente orbitava nell’area dell’ex senatore del PD, Nino Papania, e dell’ex segretario regionale del partito di Matteo Renzi in Sicilia, Francantonio Genovese. A pagare, tanto per cambiare, i lavoratori, rimasti orfani dell’ente, del lavoro e senza stipendi.

Il paradosso è che da quindici giorni un foto gruppo di dipendenti dello Ial Sicilia staziona in presidio permanente davanti i cancelli dell’assessorato alla Formazione professionale per avere risposte esaustive dall’assessore al ramo, Nelli Scilabra, e dal dirigente generale Anna Rosa Corsello. Proprio stamattina dalla segreteria tecnica dell’assessore è stato riferito ai lavoratori che saranno presto pagati gli stipendi e che comunque il “danno” lo avrebbe fatto l’ente.

Il solito atteggiamento, aggiungiamo, dello “scarica barile” al quale, ahinoi, ci ha abituato questo Governo regionale. L’emergenza sociale in corso nel settore della Formazione professionale è stata risolta finora, si fa per dire, con chiacchiere e impegni buttati al vento. È sconcertante ciò che si è appreso da indiscrezioni, pare che i lavoratori siano stati informati da un funzionario della Digos, in servizio per garantire l’ordine pubblico in assessorato alla Formazione professionale, che la dottoressa Corsello sarebbe stanca della protesta dei lavoratori dello Ial per i quali sarebbe pronto il licenziamento in massa.

Ci siamo persi qualche puntata? Come non ricordare che proprio l’amministrazione regionale ha pontificato sulla condotta di governo tesa a salvaguardare tutti i lavoratori degli enti revocati a vario titolo. Premesso che lo Ial Sicilia, a nostro avviso, avrebbe diritto all’avvio delle attività come conseguenza degli effetti prodotti dalla sentenza del Cga. Sul versante dei lavoratori, permanendo tale situazione, gli stessi dovrebbero accedere al progetto Prometeo e quindi lavorare presso il Ciapi di Priolo. Gli stessi hanno già presentato la candidatura in sede di avviso pubblico del progetto e sono in attesa della graduatoria finale che stenta ad arrivare. Chissà perché!

Ciò che preoccupa è il comportamento del Ciapi di Priolo che ha negato, come dicevamo, l’accesso agli atti al Comitato dei lavoratori dello Ial Sicilia. Sono trascorsi i trenta giorni previsti per legge e l’unica risposta pervenuta dall’ente formativo della Regione siciliana è stato il diniego perché “non sussiste alcun interesse diretto e legittimo alla consultazione e rilascio di copia della Convenzione e del progetto esecutivo in quanto documenti avulsi dalle modalità operative di partecipazione al bando”. Una risposta che lascia sbigottiti e che rischia di aprire un fronte pericoloso. Cosa si nasconde dietro il diniego?

Trattandosi di commessa assegnata “in house providing” dalla Regione siciliana al Ciapi di Priolo, ci chiediamo come mai la Convenzione, che lega i rapporti tra i due soggetti pubblici, non sia stata pubblicata per garantire il principio di trasparenza nella pubblica amministrazione. E ci chiediamo, la commessa c’è o no? Dubbi che amplificano una situazione già di per se difficile e poco chiara. I lavoratori ritengono che vi siano i presupposti della lesione degli interessi. La posizione di chiusura a riccio del Ciapi potrebbe provocare strascichi ulteriori per il Governo regionale che predica legalità e trasparenza ma razzola male negando l’acceso all’informazione dovuta.

Sulla vicenda pubblichiamo il comunicato diffuso dal presidente del Comitato dei Lavoratori dello Ial Sicilia, Silvana Di Girolamo.

“In data 20 febbraio 2014 il Comitato dei lavoratori Ial Sicilia ha fatto richiesta di accesso agli atti al Ciapi di Priolo, finalizzando tale richiesta alla conoscenza di tutti i documenti prodromici all’elaborazione del bando di selezione pubblica per soli titoli per l’assunzione a tempo determinato del personale da impiegare per lo svolgimento delle attività formative. Certo non ci aspettavamo la risposta che ci è stata fornita!

Come è possibile che un funzionario pubblico, come il direttore del Ciapi di Priolo, Luciana Rallo, possa ritenere che “… non sussista alcun interesse diretto e legittimo…” dei lavoratori richiedenti, e non rende disponibili la Convenzione (contratto pubblico che regolamenta la commessa affidata al CIAPI dalla Regione siciliana) e il Progetto esecutivo e finanziario, che dovrebbe esplicitare quanto previsto nella Convenzione.

L’area Affari generali dell’assessorato ci dice che i documenti sono al Ciapi. Ed allora, noi lavoratori ci rivolgiamo al Ciapi la cui risposta fornita è però insoddisfacente. E’ possibile che l’assessorato affidi direttamente all’ente di formazione della Regione siciliana una commessa da 35.000.000,00 di euro (senza procedure di evidenza pubblica) e il Direttore del Ciapi ritenga di non dovere consentire l’accesso a documenti che hanno valenza pubblica e sono citati nell’Avviso Pubblico del “… così detto Progetto Prometeo…”? Quante altre domande potrebbero nascere da questa risposta così fornita? La Convenzione e il Progetto Prometeo perché non devono essere pubblici e forniti ai lavoratori degli enti revocati, direttamente interessati dalla vicenda? Ci chiediamo infine se il Direttore del Ciapi di Priolo, funzionario pubblico, è a conoscenza delle norme in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni; norme che introducono una nozione di trasparenza intesa come “accessibilità totale” ove la disciplina della trasparenza costituisce una forma di garanzia per il cittadino, sia quale destinatario delle attività dell’amministrazione, sia quale utente dei servizi pubblici”.

Una brutta storia che denota come la legalità e la trasparenza siano principi difficili dall’essere salvaguardati, almeno nel settore della Formazione professionale. Il Govero regionale farebbe buona cosa a chiarire la procedura politico-amministrativa che ha portato alla pubblicazione del progetto “Prometeo”. Tanta è l’attenzione dell’autorità inquirente sul progetto del Ciapi ed alta la tensione tra i lavoratori stanchi delle parole, parole, parole.

Giuseppe Messina

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