Al momento, non esiste. Eppure, in città non si fa che parlarne. Da un lato la politica e dall’altro la società civile. Mentre per questa mattina è prevista una seduta straordinaria del Consiglio comunale richiesta dal sindaco Salvo Pogliese per presentare la relazione sulla riqualificazione delle aree ospedaliere dismesse, cittadini, associazioni e comitati locali continuano a porsi delle domande in merito al progetto per l’ex ospedale Santa Marta. Non solo sulla bontà dell’opera in sé ma anche su come si è arrivati alla scelta di affidarla all’architetto Giuseppe Scannella.
È con una determina di dicembre del 2020 che il servizio di architettura e ingegneria per la progettazione definitiva-esecutiva della riqualificazione dell’area dell’ex presidio ospedaliero Santa Marta-Villermosa è stato affidato a Scannella dall’assessorato regionale alle Infrastrutture e dal Genio civile di Catania. La delibera regionale di appena cinque mesi prima, però, prevedeva un bando di progettazione a due fasi per la sistemazione dello spazio urbano lasciato libero dalla demolizione. Avrebbero dovuto esserci, in pratica, più idee da mettere a confronto e tra cui poi scegliere. E, invece, la preferenza è andata direttamente al progetto che prevede la realizzazione di una piazza con pergola fotovoltaica dello studio dell’architetto Scannella.
Dal momento in cui è stato presentato, dopo avere ottenuto l’approvazione del presidente della Regione Nello Musumeci e del sindaco Salvo Pogliese, il progetto ha ricevuto diverse critiche da cittadini, associazioni e comitati locali. «Come mai si è deciso di procedere in questo modo, affidando direttamente il servizio senza bando?». La domanda arriva a MeridioNews dall’associazione CittàInsieme che già nel 2016 – insieme ad altre realtà etnee come il comitato popolare Antico Corso, il comitato Cittadini Attivi San Berillo e Legambiente – aveva messo nero su bianco in una lettera delle osservazioni in merito allo Studio di dettaglio del Centro Storico nel quale ricade anche l’ex ospedale Santa Marta oggi oggetto di un piano di riqualificazione ad hoc.
Il motivo è spiegato nello stesso documento regionale dello scorso dicembre, firmato dal responsabile unico del procedimento (Rup) Natale Zuccarello. «Si rende necessario programmare senza soluzione di continuità le successive fasi di completamento dell’intervento di valorizzazione – viene riportato nella determina della Regione – Stante la carenza di personale interno e in relazione alla mole di incombenze per compiti istituzionali che aggravano i carichi di lavori ordinari, l’ufficio non potrà garantire lo svolgimento delle attività richieste nei tempi». È questo il motivo per cui la stazione appaltante ha deciso di procedere con l’affidamento diretto. Una modalità resa possibile anche perché l’importo del servizio (stimato in 39.274,63 euro) era al di sotto della soglia per cui è necessario il bando.
Così, l’affidamento è andato all’architetto Scannella «dal cui curriculum si evince l’esperienza specifica in materia». A seguito di una procedura negoziata con il professionista, al prezzo è stato applicato un ribasso del 3 per cento, che è poi stato ulteriormente arrotondato a 38mila euro. «È nella piena facoltà del Rup procedere in questo modo – dice a MeridioNews il dirigente generale del Dipartimento tecnico della Regione Salvatore Lizzio – A maggior ragione alla luce del decreto Semplificazioni che privilegia la velocità dei lavori. Per questo, è più conveniente – aggiunge – procedere in via diretta invece che con una gara». Intanto, questa mattina l’argomento torna all’ordine del giorno tra gli scranni di Palazzo degli elefanti. «La dismissione dei presidi ospedalieri e il riuso delle relative aree di pertinenza – sottolineano dalla rete di associazioni – non può essere contenuto in uno studio di dettaglio, a cui la legge attribuisce solo un contenuto di carattere edilizio e non urbanistico. Ma dovrà essere affrontato – aggiungono – nell’ambito della revisione del Prg o, almeno, di una sua variante corredata di tutte le analisi necessarie». Questo perché si tratta di operazioni che hanno ripercussioni sull’assetto urbanistico non solo del centro storico ma di tutta la città.
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