Di tutte le contraddizioni di cui è ricco il territorio siciliano, non c’è dubbio che quella di Balestrate fa nel suo piccolo scuola. E lo fa per diversi motivi: anzitutto perché si tratta di un piccolo centro costiero che pur avendo il mare non riesce a sfruttarlo come risorsa e non è sufficiente a fermare lo spopolamento e l’innalzamento progressivo dell’età media della popolazione. Ma Balestrate fa scuola anche per un altro motivo: la nascita di una cooperativa di comunità, un modello di innovazione sociale in cui i cittadini sono produttori e fruitori di beni e servizi. Una sorta di interscambio continuo tra privati, aziende, realtà del territorio, un fare rete per avere una voce più forte.
«In Sicilia ci sono solo tre cooperative di comunità – spiega a MeridioNews Riccardo Vescovo, uno dei soci della cooperativa Terre delle Balestrate – Pensiamo che questo tipo di realtà, che al nord sono molto più diffuse, siano il futuro, almeno per i piccoli centri come Balestrate. Ci occupiamo soprattutto della promozione e per farlo ognuno ci mette qualcosa. Siamo circa 50 soci tra cui cantine come Winery Chiarelli Rossotti e Il filo tropicale che coltiva mango e avocado. Stiamo creando una nuova identità recuperando la storia del vino e valorizzando le colture tropicali. Vogliamo dare un messaggio di riscatto e rigenerazione del territorio».
Il primo passo è stato ridare smalto a una cultura enologica che a Balestrate nella storia è stata sempre molto sviluppata, con le più grandi cantine siciliane che avevano una sede sul territorio comunale, adesso invece si punta sull’idea di una coppia, che ha deciso di imbarcarsi nell’avventura della produzione del mango, uno dei frutti tropicali per eccellenza, che con le temperature più alte trova in Sicilia e a Balestrate. «È un investimento e un rischio – continua Vescovo – sono piante molto delicate e basta una gelata per mandare a monte il lavoro di mesi, anche se a oggi il problema più importante con cui si sono trovati ad avere a che fare, che è di contro rappresentato dai frequenti furti di frutta, che per un’azienda piccola come Il filo tropicale può essere tremendo.
Ma la cooperativa di comunità non si ferma qui, tutt’altro, è un continuo susseguirsi di eventi organizzati sempre per promuovere il territorio. «Abbiamo ricevuto finanziamento per realizzare un museo della storia all’aria aperta e abbiamo vinto un altro bando per mettere in piedi fiere itineranti e noleggio sdraio e ombrelloni per valorizzare spiagge meno frequentate.
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