Processo Sac, Lombardo prescritto  Non luogo a procedere, i fatti risalivano al 2007

Non luogo a procedere per intervenuta prescrizione. Raffaele Lombardo ha deciso di non partecipare al momento della lettura del dispositivo con cui è stata scritta la parola fine a una delle tante vicende giudiziarie che lo riguardano. I giudici della terza sezione penale (presidente Maria Pia Urso a latere Mirabella e Milazzo) non hanno accolto le richieste dell’accusa, sostenuta dal sostituto procuratore Angelo Busacca. Prescritti anche Stefano Maria Ridolfo, ex presidente del consiglio d’amministrazione di Sac, e gli altri cinque imputati: l’allora direttore generale della Pubbliservizi Giacomo Di Blasi, Michele Sineri, Alfio D’Urso, Sebastiano Paladino e Giuseppe Gitto.

L’ex presidente della Regione, secondo alcune indiscrezioni, ha preferito passare la mattinata nei suoi terreni di campagna nei pressi di Ramacca. Lombardo era stato bollato dall’accusa come «un dominus con posizione apicale». Una sorta di regista nell’operazione che portó il 7 maggio 2007 all’affidamento del servizio di pulizia della nuova aerostazione dell’aeroporto Vincenzo Belini. All’epoca dei fatti l’ex leader del Movimento per le autonomie ricopriva il ruolo di presidente della Provincia e di componente del consiglio d’amministrazione della società aeroporto Catania (Sac).

I fatti secondo la tesi dell’accusa risalgono alla fine del 2006, con la richiesta da parte della Sac di acquistare alcune azioni della Pubbliservizi. Venne «preparata la strada» ha affermato durante la requisitoria il pm Angelo Busacca. Successivamente la revoca dell’affidamento alla Co.Lo.Coop (Consorzio lombardo cooperative), con il servizio di pulizia affidato alla partecipata della provincia di Catania nel maggio 2007. «Si è trattato di un affidamento temporaneo della durata di quattro mesi – ha spiegato Lombardo in aula al collegio giudicante – poi ci furono delle proroghe che dimostrano le difficoltà che c’erano per bandire la gara d’appalto». In questa vicenda, sempre secondo  le dichiarazioni spontanee dell’ex governatore, «non c’è stato nessun utile per la Pubbliservizi nemmeno per quanto riguarda i posti di lavoro».Una posizione nettamente contrapposta alla richiesta dell’accusa  che aveva parlato di «una precisa volontà» nel procedere con l’affidamento diretto per  «mantenere gli standard lavorativi e favorire nuove assunzioni».

La Co.Lo.Coop, azienda che ha preceduto la Publiservizi nel servizio di pulizia allo scalo catanese, ha recentemente fatto parlare di sé dopo la revoca dell’interdittiva antimafia disposta dalla prefettura di Milano in seguito a una indagine della Direzione distrettuale antimafia di Napoli sulla Asl di Caserta. 

«È la degna conclusione di un processo assurdo che non sarebbe mai dovuto iniziare – commenta Lombardo – La soluzione, più che legittima per la pulizia dell’aeroporto, era l’unica che il consiglio di amministrazione potesse deliberare».

Dario De Luca

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