Paternò, Pappalardo ucciso dal rivale in amore Quattro colpi di pistola e corpo carbonizzato

Quattro colpi di pistola per uccidere il rivale in amore e poi bruciarne il cadavere in una zona di campagna di Paternò. I carabinieri hanno fatto luce sull’omicidio di Massimo Pappalardo, trovato carbonizzato all’interno della sua auto lo scorso 8 marzo. Sono tre i responsabili: i due complici sono stati arrestati, si tratta di Massimo Distefano, 42 anni, e Giuseppe Sciurello, 54 anni. Quello che sarebbe l’autore materiale del delitto, invece, Ignazio Sciurello, è tuttora ricercato, si è reso irreperibile durante le indagini, nonostante fosse già costretto ai domiciliari per un altro delitto. 

Il corpo di Pappalardo, 32enne di Valverde, era stato trovato l’8 marzo in un dirupo in contrada Poggio Monaco, nelle campagne paternesi, all’interno della sua macchina, una Toyota Aygo completamente bruciata. L’uomo è stato identificato grazie ai rilievi della sezione scientifica dei carabinieri di Catania. Subito le indagini si sono mosse verso la pista del delitto passionale, più che verso ambienti della criminalità organizzata.

Sotto il coordinamento della Procura di Catania, i militari dell’Arma hanno ricostruito come Pappalardo aveva trascorsa la sera dell’8 marzo. Il 32enne era uscito con la sua compagna che aveva riaccompagnato a casa, dopo la serata trascorsa insieme. Ma intorno alle 2 e 30 della notte, la donna ha ricevuto una strana telefonata in cui Pappalardo affermava di voler tornare con la sua ex fidanzata, da qui la decisione di lasciarsi. La donna, però, aveva intuito che in quelle parole c’era qualcosa di non naturale e che probabilmente il suo compagno era stato costretto sotto minaccia del suo ex fidanzato, Ignazio Sciurello, che non aveva mai accettato la fine della storia. 

La donna, a causa delle quotidiane insistenze dell’uomo, lo aveva denunciato per stalking. Dichiarazioni che hanno trovato riscontro nei tabulati telefonici da dove sono emerse le morbose attenzioni di Sciurello che usava anche altre persone per monitorare movimenti e frequentazioni dell’ex compagna. 

Grazie ai dati del sistema satellitare installato sulla Toyota Aygo e ad alcune immagini di videosorveglianza, i carabinieri sono riusciti a ricostruire il percorso fatto dalla vittima quella notte, dal momento in cui ha lasciato la donna a casa, fino al rogo nel dirupo di contrada Poggio Monaco. L’auto di Pappalardo era stata seguita e poi agganciata da una Fiat Punto bianca, la stessa auto in uso a Massimo Distefano, persona vicina a Ignazio Sciurello. Gli investigatori hanno accertato che Distefano quella notte ha fermato Pappalardo, intimandogli di lasciare perdere la donna. Quindi lo avrebbe accompagnato a casa dello stesso Sciurello. Qui sarebbe nata un’accesa discussione alla fine della quale i tre sono usciti dall’abitazione e si sono diretti verso le campagne di Paternò.

Lo scontro è continuato in una piazzola di sosta dove Sciurello avrebbe sparato quattro colpi di pistola a Pappalardo, il cui corpo veniva poi caricato in auto e portato in contrada Poggio Monaco, dove la vettura veniva spinta nel dirupo. A questo punto è intervenuto il terzo indagato, Giuseppe Sciurello che è andato a prendere gli altri due. Successivamente Giuseppe Sciurello e Distefano sono tornati sul luogo del delitto con una tanica di benzina e hanno dato fuoco alla Toyota. 

Redazione

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