Processo Porretto-Greco, sentito il primo teste Ripercorsa la dinamica dei fondi di Ecotecna

Prende finalmente il via il processo contro gli ex dirigenti regionali Agostino Porretto e Aldo Greco, accusati di corruzione. Ai due politici viene contestato di aver agito in concorso con l’ex presidente dell’Ars Francesco Cascio, condannato in abbreviato a due anni e otto mesi: secondo i pm Geri Ferrara e Gaspare Spedale tutti e tre avrebbero fatto ottenere in modo poco limpido dei fondi europei alla società Ecotecna srl per la costruzione di un resort con campo da golf, e in cambio lo stesso Cascio, per i pm, ci avrebbe guadagnato la costruzione di una villa a Collesano, poco distante proprio dal resort. Oggi davanti alla corte della prima sezione penale è stato ascoltato il primo testimone dell’accusa, il capitano Claudio Falliti, che iniziò a indagare coi colleghi del Nucleo di polizia tributaria a settembre 2013, subito dopo cioè il fallimento dell’Ecotecna.

Cuore della testimonianza di oggi è stato il racconto dettagliato in merito ai due importanti finanziamenti chiesti e ottenuti dall’Ecotecna, e che in un certo senso permettono di ripercorrere a ritroso la storia della società. Il primo finanziamento per cui viene fatta richiesta è il Pop Sicilia 1994-’99 e il progetto prevede di realizzare un Borgo delle vacanze e del tempo libero, questo il nome che avrebbe dovuto avere. Il finanziamento consta di due fondi di provenienza differente: uno regionale destinato alla struttura principale, cioè l’albergo, e uno invece comunitario destinato al cosiddetto servizio supplementare, cioè il campo da golf a 18 buche. Il progetto viene accettato e vengono erogati 8 milioni di euro. Ma i termini per i lavori non vengono rispettati, a detta della società per via di alcune intimidazioni mafiose, però mai accertate. Motivo per il quale, tuttavia, rispetto al finanziamento Pop l’Ecotecna ottiene ben due proroghe per ultimare i lavori.

Questi rallentamenti portano ad accantonare momentaneamente quanto doveva essere realizzato con i fondi regionali, e quindi la struttura alberghiera, e a procedere solo con la costruzione del campo da golf utilizzando i fondi europei. Siamo a febbraio 2001 e intanto la società avanza un’ulteriore richiesta per un secondo finanziamento, il Por Sicilia 2000-’06, destinato ad ampliamenti di un’opera già esistente. Significa che «per oltre dieci mesi l’Ecotecna si è trovata a gestire contemporaneamente due finanziamenti», dice in aula il capitano Falliti. Il secondo finanziamento, infatti, viene richiesto senza che sia stata ancora portata a termine l’opera prima, che viene sminuita e fatta passare da resort di lusso ad alberghetto rurale. «Una chiara anomalia – insiste il funzionario – Ci sono stati due distinti finanziamenti, il Pop e il Por, che si sono accavallati».

A complicare la faccenda è il fatto che il secondo fondo serve in maniera mirata a potenziare e ampliare strutture già esistenti: in questo caso il campo da golf, l’unica parte del progetto portata a termine a febbraio 2002, e che di fatto diventa la struttura principale e tutti gli altri, albergo in primis, i servizi annessi. «In pratica si sono ribaltati i termini – spiega il capitano – C’è stata un’inversione di ruoli tra il campo e l’albergo». La circolare del 17 maggio 2001, però, precisa che il Por può essere erogato per l’ampliamento della struttura principale o di strutture ad essa collegate. Il fondo invece verrà impiegato per realizzazioni poco affini rispetto al campo da golf, tra queste una beauty farm.

È qui che subentrerebbe, secondo l’accusa, Francesco Cascio: assume l’incarico di assessore al Turismo ad agosto 2001 e solo 55 giorni dopo la sua nomina modifica la circolare, distaccandosi da quanto era stato stabilito fino a quel momento e anche dalla normativa nazionale: «Da quel momento con le modifiche di Cascio era possibile usare i fondi del Por anche per le strutture non strettamente connesse alla principale e di entità differente – spiega ancora Falliti – E l’esempio riportato nella nuova circolare è, guarda caso, proprio quello di un campo da golf e di un albergo, un chiaro riferimento a Ecotecna». Pochi mesi dopo Cascio acquista un terreno in contrada Ciaramitaro a Collesano: il proprietario firma un contratto prima con Gianni Lapis, rappresentante legale di Ecotecna, e poi con Cascio stesso, divenuto in seguito socio ad honorem della società, senza però aver mai pagato la classica quota annuale.

Il capitano Falliti proseguirà la sua testimonianza all’udienza di maggio. In quell’occasione gli avvocati Vincenzo Lo Re e Carmelo La Fauci, difensori rispettivamente di Porretto e Greco, si pronunceranno sulla rilevanza della documentazione prodotta oggi dal pm Spedale, composta da circa un centinaio di allegati, parte dei quali farebbero riferimento diretto alla relazione stilata dal curatore fallimentare dell’Ecotecna.

Silvia Buffa

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