Il Calcio Catania ha chiuso il bilancio 2013-14 con un passivo di poco più di novemila euro. A comunicarlo, attraverso il proprio blog, è il giornalista de Il sole 24 ore Marco Bellinazzo. La cifra dopo il segno meno è irrisoria (vicina al punto di pareggio) ma assume interesse perché vale il primo conto in rosso dopo sette stagioni chiuse sempre in attivo e quasi sempre con parecchi milioni di utili. Società e tifosi hanno di che preoccuparsi? «Sarebbe un errore guardare l’ultimo bilancio senza tenere conto dei precedenti – ci risponde Bellinazzo -. A fronte di un passivo di appena novemila euro, il Catania ha prodotto ben 30 milioni di utili durante la lunga militanza in A, oltre ad avere costruito persino un centro sportivo all’avanguardia».
Rispetto al passato, per la prima volta i numeri raccontano una inversione di tendenza «dovuta all’incremento dei costi operativi – continua Bellinazzo – quali ingaggi e commissioni agli agenti. Che ha ridotto il margine di utile che il Catania era solito vantare. Rispetto al precedente bilancio adesso c’è una incidenza maggiore derivante dalle commissioni degli agenti. È un sintomo dei tempi e di quanto il mondo dei procuratori stia assumendo un ruolo rilevante nel calcio. L’Agenzia delle Entrate è molto attenta a questa voce e con altri club ha già aperto un contenzioso di natura fiscale».
Degli oltre 50 milioni evidenziati nel bilancio alla voce ricavi, ben 30 milioni e 200 mila euro derivano dai diritti televisivi. «Essere rimasti strettamente dipendenti dai diritti tv è forse l’unica pecca della gestione di Antonio Pulvirenti. Bisogna curare la crescita di altre voci di ricavo, penso ai proventi di botteghino e reparto commerciale: è il segreto del successo dei club europei più competitivi. Altrimenti, davanti all’aumento dei costi operativi, la proprietà è spesso costretta a rifondare il passivo di tasca propria o procedere a cessioni importanti. A Catania è avvenuto ad esempio con le partenze di Lodi e Gomez».
In serie B il Catania gode di introiti televisivi ridimensionati, solo in parte compensati dal cosiddetto paracadute, la forma di indennizzo che la Lega di serie A riconosce alle retrocesse e che per la società rossazzurra ammonta a 12,5 milioni di euro. L’obiettivo resta comunque la conquista della massima serie nel più breve tempo possibile: «Il Siena è fallito per avere mancato l’immediata risalita – spiega ancora il giornalista de’ Il Sole 24 ore – Il caso del Catania è però diverso. Sarebbe ideale sfruttare il bonus competitivo offerto dal paracadute per risalire subito in A. Se non ci riuscisse, a differenza del Siena potrà però sfruttare la solidità economica esistente, costruita negli anni, per sostenere i costi necessari a mantenere una squadra competitiva anche per la prossima stagione. In genere, sbagliare non è consentito più di una volta, altrimenti diventa necessario cedere i pezzi migliori e ripartire dai giovani per tenere i conti in ordine».
I numeri attualmente a bilancio spianano la strada anche per la realizzazione del nuovo stadio, che la dirigenza ha ribadito essere nei suoi programmi. «Gli introiti garantiti dalla serie A farebbero comodo – conclude Bellinazzo – Con l’aiuto di investitori privati, a fronte di un progetto compatibile col bacino di utenza, il Catania potrebbe pensare alla realizzazione del nuovo stadio a prescindere dalla categoria in cui milita. La recente legge di stabilità agevola e incentiva le società ad intraprendere questa strada».
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