Pride 2019, appuntamento al 28 giugno col corteo «Tacchi e martello: la rivoluzione in movimento»

«Tacchi e martello: la rivoluzione in movimento». Questo è lo slogan della decima edizione del Palermo Pride, presentato questo pomeriggio a Palazzo delle Aquile, una frase che riassume lo spirito degli organizzatori, ovvero dare nuova linfa alla rivoluzione – forse un po’ sopita – per cambiare il mondo.

L’evento principale – organizzato dal Coordinamento Palermo Pride, che raggruppa una serie di singoli e associazioni che fanno capo al movimento Lgbt+ ma non solo – sarà l’ormai classico corteo che si svolgerà venerdì 28 giugno tra le vie Roma (partenza ore 18 nei pressi della stazione centrale), Cavour, Ruggero Settimo e Dante fino ai Cantieri culturali alla Zisa. Presenti anche i volontari della onlus Uniamoci, per consentire anche la partecipazione di disabili, e il trenino gratuito di Famiglie Arcobaleno per ospitare chi porta bambini piccoli. Ma ovviamente ci saranno tanti eventi a latere già a partire dal 20 giugno, tra mostre, performance (ad esempio quella di Ernesto Tomasini che omaggia l’attrice Judy Garland), ed arte contemporanea.

La data scelta non è casuale, visto che il 28 giugno del 1969 un gruppo di omosessuali, frequentatori del pub Stonewall Inn di New York, si ribellarono alle politiche oppressive delle forze dell’ordine e alle collusioni di queste con la malavita organizzata. E per ricordare, l’anno dopo nello stesso giorno, ci fu a Manhattan la prima Pride Parade. «Questa edizione – spiega Massimo Milani, coordinatrice del Palermo Pride – è dedicata alle checche che a Stonewall volevano fare una rivoluzione per liberare tutti dalle gabbie, compresi gli eterosessuali. Erano le persone più perseguitate e presero la parola, ma adesso sono state un po’ messe da parte». E dal palco del corteo ai Cantieri si terrà un collegamento video con il locale newyorkese, e sarà l’unico Pride italiano a farlo.

La parola d’ordine è «favolosamente antifascista», come sottolinea Luigi Carollo, portavoce del Palermo Pride, con riferimento non tanto al Governo nazionale, ma a «quello che ci spaventa, il sentimento d’odio diffuso che viene costantemente esibito senza più alcuna vergogna sui social e negli spazi pubblici. Una violenza omofoba che ha paura del diverso. Noi crediamo che l’antidoto sia la libera espressione del pensiero e della libertà di insegnamento». Ed infatti, nello spirito di inclusione che sostiene tutte le iniziative del Coordinamento, tra gli intervenuti figurano anche Alessandra Sciurba della ong che si occupa di migranti, Mediterranea Saving Humans, e la (ormai famosa, suo malgrado) professoressa Rosa Maria Dell’Aria, che spiegano come il legame tra la loro professione ed il Pride sia il fatto che «salvare è amare» e che «essere persone significa superare i limiti dell’io e considerare i bisogni dell’altro. Nella scuola ciò avviene, perché si lavora alla costruzione del futuro dei nostri giovani».

Tanti volti noti daranno il loro contributo, come Pamela Villoresi, che sarà una delle madrine del Palermo Pride, i comici I Sansoni che hanno dedicato un video (Uomofobia, sulla loro pagina social) all’evento, e la cantante Romina Falconi che si esibirà sul palco alla fine del corteo del 28 giugno. Un evento, quello del Pride, che avrà una appendice a settembre con il Village, e che vuol fare da collante tra tutte le forze positive della società in contrapposizione a coloro i quali sfruttano e alimentano le paure della gente, come osserva il sindaco Leoluca Orlando: «Il fascismo è pesante, il rispetto dei diritti umani è leggero. Il Pride a Palermo è conferma di un cammino di leggerezza della nostra città, e ci ricorda la leggerezza della Costituzione, con i suoi diritti contro la pesantezza dei comportamenti eversivi di chi quei diritti viola. La leggerezza è di chi ha cura, la pesantezza di chi ha paura. Chi semina paura raccoglie violenza, l’amore è leggero, l’odio è pesante».

Massimo Gucciardo

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