Continua il dibattito fuori dalle mura di palazzo degli Elefanti sul Piano regolatore generale della città. Un documento atteso da anni – il cosiddetto piano Piccinato è del 1964 – e contestato da più parti. Dalle associazioni ambientaliste a quelle cittadine, sono in molti ad aver puntato il dito su un piano che non risponderebbe alle esigenze reali di Catania. Lunedì il sindaco Raffaele Stancanelli ha inviato al Consiglio la valutazione ambientale strategica (vas), tassello finale per completare l’iter preliminare. La parola, quindi, è tornata all’aula che dovrà decidere le sorti del Prg e il primo cittadino ha sollecitato «una presa di coscienza da parte della maggioranza dei consiglieri».
Ma di parere opposto è Confcommercio che oggi ha inviato una lettera aperta al Consiglio comunale chiedendo «non chiudere la pagina del Prg in fretta e furia, senza aver considerato le reali ripercussioni che questo piano avrebbe per la Città in termini di devastazione paesaggistica ed ambientale». Secondo il presidente dell’associazione, Giovanni Saguto, la questione «non può essere chiusa in questa consiliatura ed il Consiglio comunale non potrà essere incolpato, in alcun modo, per non aver adottato lo strumento urbanistico. Se colpe ci sono – continua la lettera – restano a carico dellAmministrazione per aver temporeggiato a lungo prima di inviare il Prg al Consiglio e per non avere discusso questo Piano nel merito, entrando sulle singole questioni ed aree della Città, con tutte le forze sociali e, per lidea che ci siamo fatta, neanche con il Consiglio stesso». Netto il giudizio sulle richieste di Stancanelli: «Riteniamo che lappello del sindaco non possa essere accolto ed andrebbe rispedito al mittente, insieme al Piano».
Risolta la questione relativa alla vas, ne rimangono altre sul tavolo. L’elenco inizia sugli edifici di 18 piani realizzabili nel waterfront, da piazza Europa al limite nord del porto e con l’edificazione nelle aree risorsa Monte san Paolillo, Orto Cibali e parco Monte Po. Altro nodo fondamentale è il sovradimensionamento demografico e urbanistico. La popolazione catanese, infatti, non è in aumento. Il piano è stato calibrato su una previsione di 358mila abitanti, ma secondo le stime Istat nel 2016 gli abitanti etnei saranno 282mila. Al centro delle critiche c’è anche la gestione degli ospedali dimessi o da dimettere: questi, definiti area risorsa speciali, saranno destinate alla funzione residenziale senza prendere in considerazione l’idea di riconvertirli in scuole o parcheggi.
Proprio sul fronte dell’edilizia scolastica, «non viene affrontato in alcun modo il nodo e le criticità riferite alla attuale collocazione delle scuole medie superiori – si legge nella lettera di Confcommercio – rimandando alla piano scuole della Provincia, dimenticando, però, che i licei saranno sempre presenti nel Comune e che lattuale location, in gran parte dei casi, è assolutamente inadeguata ai minimi standard di sicurezza, per non dire delle refluenze sulla viabilità». Anche il capitolo parcheggi non è immune a critiche, così come la questione commerciale, «con previsioni e misure assolutamente poco chiare».
L’impatto del nuovo Piano regolatore non sarà visibile immediatamente, sostengono i vertici dell’associazione, visto che «disegna la città che resterà alle future generazioni». L’appello è quindi rivolto ai consiglieri che hanno la responsabilità di votare a breve il documento: «Scegliete col cuore, lasciatevi guidare dall’amore che nutrite per quei luoghi unici ed incantevoli che devono essere salvaguardati dalla cementificazione e che possono essere, invece, oggetto di vera valorizzazione, anche turistica». L’invito è dunque a mettere da parte pressioni e richieste provenienti da qualsiasi schieramento. «Sia sempre una questione damore ad animare le vostre scelte».
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