«E’ venuta la necessità di donare tutto il mio patrimonio personale: se morisse con me sarebbe una tristezza per me infinita. Non voglio fare la fine di Lucio Dalla». Antonio Presti, mecenate, fondatore di Fiumara d’Arte e da ormai un decennio impegnato in progetti sociali che coniugano arte e didattica a Librino, sente il peso degli anni. «Il tempo passa, ho già sessant’anni e continuo a produrre un patrimonio. Non so se avrò la forza fisica per sostenere tutto. Per questo – annuncia Presti – per gestire tutte le opere che ho collezionato, pensavo di creare una nuova accademia. A Librino». Il progetto ha già ricevuto una disponibilità di massima anche da parte del Comune di Catania: il sindaco Enzo Bianco, in una nota, si è detto «pronto a sostenere tutte le iniziative di Presti». Se davvero il promotore della Porta della Bellezza decidesse di trasferire il suo patrimonio – centinaia di opere – da Castel di Tusa al capoluogo etneo, l’accademia servirebbe «come garanzia di continuità per la manutenzione e la fruizione: sarebbe un po’ la pinacoteca, dove i ragazzi possono fare attività laboratoriali. Lasciando tutto al Comune c’è il rischio che le opere si rovinino. I ragazzi sarebbero invece i custodi di questa bellezza», spiega Presti.
L’idea, dunque, è quella di «un centro di eccellenza, con massimo 200 iscritti e una rigida selezione. E vorrei – aggiunge Presti – che sorgesse magari in una scuola abbandonata del quartiere. Per quanto riguarda le opere, vediamo se il Comune ha da proporre invece un edificio adeguato. Diventerebbe un po il museo di arte contemporanea della città». Da definire resta anche la forma giuridica di un centro del genere: «Purtroppo queste questioni amministrative sono tra i motivi che mi portano oggi a pensare al futuro: non posso seguire tutto. In ogni caso, dovrà essere un ibrido tra pubblico e privato», spiega il mecenate. Che, nonostante la voglia di rallentare, ha ancora tantissimi progetti in corso.
«Vorrei fare un grande museo sull’Etna – continua Presti – un percorso culturale sul vulcano, per restituire qualcosa alla Grande madre. Per questo faccio un appello a tutti i sindaci e alle associazioni, a chiunque lavori sul territorio per attivarsi». Il primo progetto per questo eventuale percorso sul vulcano è un grande uovo dorato, figura che rappresenta «un archetipo universale». In sospeso, però, ci sono anche due grandi progetti a Catania.
«Non ho potuto inaugurare il museo fotografia perché non so come gestirlo, non posso stare solo con i miei collaboratori. Il progetto è enorme e pronto da due anni. Un’altra cosa grave preoccupazione a Catania è il Rito della Luce: cinquanta scuole coinvolte, tantissime associazioni, grande successo. Ma alla fine senza di me sembra non si possa organizzare. Quest’anno cercherò di spingere affinché si formi un vero comitato promotore. Anche per trovare i fondi: costa anche 50 mila euro ogni volta, e sono solo spese ».
Per il futuro, e la definizione di quello che accadrà, bisogna però aspettare settembre. «Io sto facendo una grande analisi, anche personale: so che devo cambiare tutto, ma non so come. Ma – contininua Antonio Presti – L’invito non è al sindaco, ma alla città: le mie opere sono un dono che faccio ai catanesi, alla città di Catania, di cui ho avuto anche la cittadinanza onoraria. Ma bisogna che ci siano i presupposti», conclude.
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