«Leoluca Bagarella aspettò pazientemente che si voltasse per pagare il caffè: solo allora lo freddò con due colpi alla schiena. Morì così Boris Giuliano, un poliziotto eccezionale che aveva capito Cosa nostra quando ancora era misteriosa e impenetrabile». Questo il ricordo del presidente del Senato Pietro Grasso su Facebook di Giorgio Boris Giuliano, capo della squadra mobile di Palermo, assassinato da Cosa nostra il 21 luglio del 1979, nel 38esimo anniversario del suo vile omicidio, freddato alla spalle dal boss Bagarella dentro il bar Lux di via Federico Paolo Di Blasi nel capoluogo siciliano.
Stamane, come ogni anno, la Questura di Palermo ha ricordato la tragica uccisione con una deposizione di una corona di alloro sul luogo dell’omicidio e a seguire una messa celebrata nella Cappella della Soledad di Piazza della Vittoria. Presenti al cerimonia, tra gli altri, oltre alla famiglia Giuliano, il questore Renato Cortese e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.
«Ricordo il suo raffinatissimo fiuto investigativo e l’ammirazione che suscitava nei colleghi e nei cittadini della nostra Palermo – scrive ancora su Facebook la seconda carica dello Stato – La prima volta che lo incontrai era il 1970, ci ritrovammo nella stanza del Giudice Terranova. Seppe sciogliere, con gentilezza e simpatia, la mia naturale tensione: in fin dei conti all’epoca avevo 25 anni, ero solo un giovanissimo magistrato davanti a due grandi uomini dello Stato. È un ricordo – conclude – a cui sono molto affezionato e che mi emoziona sempre».
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