Premio letterario William Sharp

Oltre 150 i partecipanti, 3 i premi. Quello che per molti è solo un sogno lontano, per alcuni ragazzi è diventata un’opportunità di confronto e crescita, per tre di loro un piccolo desiderio realizzato.

Parliamo del premio letterario William Sharp – Un Celta nella terra dei Nelson, unico luminoso esempio di concorsi letterari a largo raggio in Sicilia, dove le case editrici sono poche e piccole, dove intraprendere la carriera di traduttore, senza corsi specializzanti e indirizzi universitari specifici, è senza mezzi termini sfrenata utopia.

Alla sua prima edizione, il concorso fa seguito ad un simposio sul poeta scozzese da cui prende il nome, svoltosi lo scorso anno a Maniace e a Paisley, città natale del poeta, in occasione del centenario della sua morte.
La cerimonia si è svolta con semplicità e una vera folla di partecipanti attenti e interessati, in una delle sale del castello Nelson, nel territorio di Bronte, dove Sharp soggiornò per alcuni anni della sua vita e dove tuttora si trova la sua tomba.

Inaugurata dall’esposizione di tutti i lavori in gara, l’incontro si è svolto alla  presenza delle autorità cittadine in rappresentanza del territorio che ospita e promuove il concorso, come esempio dell’auspicato connubio tra natura e cultura, di cui Sharp, che di natura scrisse ampiamente, è diventato emblema. Presenti alla manifestazione l’Assessore alla Cultura di Maniace Antonino Galati e il Vice Sindaco di Maletto Enzo Sgrò, alcuni rappresentanti del Corpo Forestale e il Presidente della Pro Loco di Maniace Giuseppe Sanfilippo Frittola, promotore dell’evento, insieme alla giuria del concorso presieduta dai professori dell’Università di Catania Ian Halliday e Rosario Portale.

Veri e propri mattatori dell’incontro i due docenti della nostra università che hanno composto la giuria tecnica del premio, commissione che si è detta decisamente in difficoltà nel dover selezionare, tra le decine di lavori, i tre vincitori, di cui è stata notata la grande qualità ed il serio impegno.

Dopo aver dato lettura di alcuni stralci di commenti particolarmente significativi (scritti a corredo della traduzione dai ragazzi che hanno partecipato), come esempio della grande sensibilità e del profondo impegno dimostrato da chi si è accostato alla traduzione per la prima volta, sono stati proclamati i vincitori del concorso. Ma non prima di aver letto le poesie scelte per il “podio”, in lingua inglese e in lingua italiana, riservando alla fine la dichiarazione del nome del vincitore. La proclamazione di ciascun vincitore è stata seguita dalla pubblica lettura del commento sull’esperienza della traduzione per voce degli stessi vincitori.

Una studentessa di Napoli, Laura Pennisi, la vincitrice del primo premio, con la traduzione di un’opera dello stesso poeta cui è intitolato il concorso, Hymn to the forest. A lei i 1.500 euro del primo premio, la targa commemorativa e i complimenti dell’intera commissione. Che non ha lesinato ammirazione e complimenti neanche alle altre due vincitrici: Serena Alessi, studentessa di lingue catanese, che si è aggiudicata il secondo posto con The harvest bow di Seamus Heaney, e Alessandra Carpinteri, studentessa di lingue a Ragusa, terzo posto con la traduzione di un’opera di Emily Dickinson, From cocoon forth a butterfly, la prima ad aver incantato la sala con le sue parole.

Apparentemente semplice, in realtà profondo lavorio interiore, la traduzione si è dimostrata la vera protagonista della mattinata, che si è conclusa con le foto di rito e i saluti delle autorità che non hanno potuto presenziare personalmente, tra cui il Preside di Lingue Nunzio Famoso e l’assessore provinciale al turismo Nino Amendolia, che insieme all’Istituto Italiano di Cultura di Edimburgo e alla Regione Sicilia hanno supportato l’istituzione del premio letterario.

Grandi applausi per il messaggio ricevuto dal responsabile relazioni esterne di Trenta ore per la vita, cui è andata parte dei proventi delle quote di iscrizione al concorso, quale supporto a progetti di aiuto all’infanzia che l’associazione porta avanti.

L’appuntamento è per l’anno prossimo. Con la speranza che il premio possa ripetere il grande successo di quest’anno e possa crescere ancora, con una partecipazione più consistente delle scuole, poco rappresentate a questa edizione, fatta eccezione per la massiccia presenza degli alunni del liceo classico giarrese M. Amari.

Sara Mostaccio

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