Premio IgNobel 2004

Avete letto bene, non è un refuso o uno scherzo dello schermo del vostro pc.

Non stiamo parlando del blasonato premio Nobel, di grandi progressi scientifici e culturali, né di personalità distintesi per aver apportato benessere alla società.

 

Ormai alla quattordicesima edizione, il premio IgNobel, celebrato proprio in questi giorni, appena dopo la consegna dei veri Nobel a Stoccolma, è stato ideato da un gruppo di goliardi dell’Università di Harvard, e premia ogni anno i geniali scienziati che si sono distinti in ricerche del tutto fuori dai canoni, dai risultati spesso curiosi ma assolutamente inutili, bizzarri, fantasiosi da rasentare la follia, a volte.

 

A curiosare tra le passaste edizioni, a volte scappa un sorriso, più spesso prende forma un’espressione di corrucciata perplessità.

Qualcuno ha inventato la miracolosa tecnica del riporto, per non avere mai più i capelli (quei pochi) fuori posto. Qualcun altro ha scoperto che le aringhe comunicano tra loro usando un linguaggio assai singolare… i peti.

C’è stato chi ha pensato bene di misurare la superficie del proprio paese in elefanti (oggi domani torna utile conoscerne l’estensione secondo questa innovativa tecnica di misurazione, che ne sai?). E chi ha documentato il primo caso di omosessualità necrofila nel Germano reale. Sono risultati.

 

Gli esempi sono migliaia; suscitano sorrisi benevolenti, tenerezza a volte, perplessità più spesso. Evidentemente esiste chi ha tempo e voglia di fare queste scoperte “essenziali”, ma anche (e questo è più allarmante) esistono i fondi economici che le permettono.

 

Fuor di polemica, il premio resta un appuntamento divertente e goliardico, non senza un risvolto di serietà. Dopotutto, va premiato anche l’impegno di inventori certo bizzarri ma non meno fedeli al loro lavoro. Volete mettere l’utilità sociale del karaoke? C’è chi, scaricate le proprie tensioni al pub con una bella canzone strappalacrime (lacrime degli spettatori che stavano ad ascoltare, povere orecchie martoriate) tornava poi a casa tranquillo e sereno. Non è poco.

 

I premiati di quest’anno annoveravano tra loro niente di meno che il Vaticano, che ha fatto ricorso all’innovativo metodo dell’outsorcing per far fronte alla penuria di personale celebrante le messe, e la Coca Cola Company, per l’ardita impresa di imbottigliare l’acqua del Tamigi e renderla potabile (chissà come mai non hanno avuto l’autorizzazione a metterla in commercio, poi, eh?). Nessun loro rappresentante si è premurato di ritirare l’ambito premio.

 

Non hanno rinunciato al riconoscimento, invece, gli altri 8 premiati. Fra questi l’americana Jillian Clarke, che ha inventato la famosa (davvero?) 5 Seconds Rule, secondo la quale il cibo caduto a terra deve essere ingerito nei succesivi 5 secondi se si vogliono evitare infezioni (ora che lo sapete, siate lesti!).

 

Resta il dubbio sul contributo al progresso della scienza e dell’umanità dei vincitori dei premi IgNobel, ma è certo che i riconoscimenti goliardici contribuiscono a portare una ventata di divertimento nel mondo della scienza, a volte irrigidito in un’immagine troppo altera e contegnosa. Scrive l’autore del libro «I Premi IgNobel», presto disponibile in Italia: «La scienza è troppo umana, troppo importante per non prenderla in giro». Ma sì, ridiamoci su.

 

Link: IgNobel Home page

Sara Mostaccio

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