E’ l’unica siciliana tra le sei donne premiate dal Ministero delle Politiche Agricole, e più precisamente dall’Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare). Ma l’imprenditrice agricola Grazia Sandra Invidiata, originaria e residente a Collesano, quasi si schermisce. «Ogni riconoscimento fa piacere, soprattutto quando si tratta di scelte consapevoli e di fatica- dice la donna a Meridionews -. Essere donne in certi ambiti, come quello agricolo, a volte è difficile e a volte è un valore aggiunto. Si deve avere certamente carattere, se si vuole si può».
Il premio De@Terra è giunto alla sua sedicesima edizione, e consente ogni anno l’individuazione di sei imprenditrici agricole operanti sul territorio nazionale che si siano distinte per la propria iniziativa imprenditoriale. Alle prime sei classificate nella graduatoria finale è attribuito, quale premio, la partecipazione a una visita di studio per lo scambio di buone prassi presso alcune realtà agricole dell’Unione europea, creando i presupposti per lo sviluppo e il consolidamento di effettive opportunità di crescita imprenditoriale.
Sandra Invidiata ha un’azienda a Collesano in cui alleva bovini da latte, oltre a un caseificio artigianale che produce prodotti slow food e biologici. Dai bovini, circa un centinaio,vengono ricavati latte e formaggi biologici a latte crudo. La specialità della casa è la provola delle Madonie, recentemente raccontata dalla Rai nel programma Geo. «Abbiamo cominciato nel 2003 – spiega Invidiata -, senza esperienza e senza tradizione. Io fino ad allora ero un’agronoma, svolgevo la libera professione. All’inizio eravamo solo in tre, abbiamo avviato le prime produzioni quasi per divertimento, non c’era chissà quale progetto». Poi però arrivano le prime soddisfazioni. Così l’azienda, ormai avviata sul mercato, comincia a posizionarsi sul mercato con prodotti innovativi: «Ci siamo inventati le caciotte a pasta cruda all’arancia o al limone. Sono formaggi particolari che si fanno stagionare per circa 20-30 giorni, fino a quando assumono una consistenza cremosa». Da lì è il successo, con il successivo presidio slow food e la decisa virata al biologico.
Fino al recente riconoscimento di Ismea che, come si apprende dal sito omonimo, «affianca le Regioni nelle attività di riordino fondiario, attraverso la formazione e l’ampliamento della proprietà agricola, e favorisce il ricambio generazionale in agricoltura in base a uno specifico regime di aiuto approvato dalla Commissione europea». Proprio in occasione del premio De@Terra, Coldiretti-Unioncamere ha diffuso un’analisi secondo cui «in Italia più di un’azienda agricola su quattro (29 per cento) è guidata da donne con una maggiore concentrazione della presenza nel centro sud dove si trova il 69 per cento delle oltre 216mila le imprese agricole italiane in rosa».
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