La legge regionale sulla stabilizzazione dei precari siciliani di Comuni e Province non è stata impugnata dal governo nazionale, ricevendo quindi un implicito via libera. Lo annuncia il sottosegretario alla Salute Davide Faraone.
«È un risultato importante – commenta – perché ci permette di chiudere con la stagione delle clientele e dei ricatti e di aprire una nuova stagione dei diritti. Nell’arco di due anni si potrà procedere alla stabilizzazione di tutti i lavoratori precari siciliani lasciandoci alle spalle questa triste pagina di amministrazione dell’isola. Ai lavoratori possiamo e dobbiamo chiedere impegno nello svolgimento dei loro compiti, servizi efficaci ed efficienti per i cittadini e serietà e di contro daremo loro certezza sottraendoli al ricatto della scadenza e del rinnovo».
A fine dicembre l’Ars aveva approvato il ddl che traccia il percorso verso la stabilizzazione per i lavoratori con contratti a tempo determinato di Comuni ed ex Province. In particolare la norma consente anche l’assunzione di nuove figure qualora «tra il personale a tempo determinato o di lavoro subordinato non siano presenti figure professionali necessarie all’espletamento delle funzioni e dei servizi istituzionali». Approvazione giunta anche a termine di incontri bilaterali fra l’allora ministra Maria Elena Boschi e l’assessore regionale all’Economia Alessandro Baccei.
Il disegno di legge era considerato dalle opposizioni a rischio impugnativa da parte del governo di Roma. Ma i termini sono trascorsi e il consiglio dei ministri ha sostanzialmente voluto ignorare la questione. La legge che ha ottenuto il via libera prevede un percorso in due anni che inizierà con la sistemazione dei dipendenti delle ex province in esubero per proseguire con i lavoratori precari degli enti locali e con i precari regionali. «Adesso – conclude Faraone – la Regione deve avviare con immediatezza il processo di stabilizzazione. Non ci sono più motivi ostativi di alcun tipo».
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