Precari Asu: la replica del presidente Crocetta non cancella la nota della dottoressa Corsello

da Salvatore Petrotto
riceviamo e volentieri pubblichiamo

“Asu, nessuno sollevi finti problemi”: così mi ha risposto su Facebook il Presidente della Regione, Rosario Crocetta, relativamente ad un articolo pubblicato su Link Sicilia.

Il presidente della Regione così prosegue:

“Palermo, 19 mar. 2014. In merito alle notizie diffuse da parte di alcuni che ipotizzano cancellazioni di massa del bacino degli Asu, voglio affermare con chiarezza che il nostro governo dopo 25 anni ha proposto e fatto approvare all’Assemblea regionale siciliana una legge che prevede la stabilizzazione degli Asu. Gli accertamenti in atto da parte dell’assessorato regionale al Lavoro sono un adempimento formale di legge che avrebbe dovuto essere effettuato ogni anno. E su questo la Regione è stata inadempiente. Nessuno sollevi poi problemi attorno ai livelli di reddito, poiché il sussidio al lavoro o il contributo dato ai bisognosi o ai medesimi Asu non fanno parte della valutazione della composizione del reddito Isee. Sulla questione sono state fatte affermazioni false. La nostra idea è di verificare le condizioni economiche e finanziarie familiari e predisporre una legge sulla valutazione del reddito familiare come quella degli ex Pip. In buona sostanza, vorremo evitare soltanto che i contributi previsti per le fasce deboli finiscano nelle tasche di coloro che hanno un reddito lordo di 300 mila euro l’anno, come abbiamo accertato a Palermo negli elenchi dei lavoratori emergenza Palermo”.

A me sembra che il maldestro tentativo di fare terrorismo, minacciando di licenziare 6 mila lavoratori socialmente utili, all’approssimarsi della campagna elettorale per le Europee, da parte del Presidente Crocetta è stato, come si suole dire, tempestivamente, ‘sgamato’.

Il Presidente Crocetta non sappiamo se c’è o ci fa! Che significato ha allora la circolare n° 14961 del 17/03/2014, pubblicata nel sito dell’Assessorato regionale al Lavoro?

La dirigente di detto assessorato , Anna Rosa Corsello, si è espressa nei confronti dei 6 mila lavoratori ASU, con queste testuali parole e cioè che i 6 mila lavoratori ASU devono presentare “a pena di decadenza dal bacino ed entro 5 giorni dalla pubblicazione, il proprio modello ISEE, su cui saranno effettuate le verifiche di rito necessarie al mantenimento del sussidio in argomento”.

Che vuol dire poi la parola ‘sussidio’, usata sempre dalla Corsello, riferita a dei lavoratori che, lo ripetiamo, e non ci stancheremo mai di dirlo, per poco più di 15 euro al giorno, fanno i pulizieri, i bidelli, curano la manutenzione degli edifici pubblici, tappano buche in mezzo alle strade, zappano, potano alberi, assistono anziani e minori, fanno i custodi degli impianti sportivi, sostituiscono anche gli impiegati di ruolo negli uffici pubblici?

Stiamo parlando di gente che si sobbarca, da decenni, anche lavori umili e pesanti senza avere avuto mai riconosciuta alcuna dignità di lavoratori. Persone, e non pacchi postali, quotidianamente mortificati anche dai loro colleghi superiori, quelli a tempo indeterminato che li considerano degli intrusi!

Sempre sfruttati senza uno straccio di contratto, senza alcuna tutela per loro ed i loro figli! E poi, caro Presidente Crocetta, ci risponda: che significa l’espressione riportata nella citata minacciosa circolare della sua dirigente Corsello che non producendo l’ISEE, entro 5 giorni, sic et simpliciter, ci sarà la ‘decadenza’ di detti lavoratori?

Se l’italiano è l’italiano, e cioè anche il ragionare, come avrebbe ribadito il mio compaesano Leonardo Sciascia, a casa mia, a Racalmuto, decadenza entro 5 giorni, previo relativo controllo ISEE, procedura non prevista nessuna legge, significa concreta minaccia di licenziamento di migliaia di lavoratori.

Piuttosto, questi seimila padri e madri di famiglia dovrebbero chiedere a Lei, Presidente Crocetta, come mai per decenni la Regione non li ha messi in regola, non li ha contrattualizzati, li ha sfruttati, danneggiati, li ha mortificati ed ora li espone al pubblico ludibrio, strombazzato da certa stampa di regime a lei compiacente?

Risponda, cortesemente, a quanti soffrono per questa triste vicenda e se può mostri un po’ di sensibilità per quanto ancora le sto per dire.

Capiamo benissimo che lei, nell’immediato passato, è stato parecchio riluttante nel solidarizzare col suo assessore ai rifiuti, il magistrato in aspettativa, Nicolò Marino, allorquando ha denunciato, assieme alla Corte dei Conti, all’Autorità Nazionale di vigilanza sugli appalti ed all’Autorità Nazionale Antitrust che, da almeno 6 anni, in Sicilia, non si celebrano più gare nel settore dei rifiuti!

Si tratta di appalti di servizi pessimi e tra i più costosi d’Italia e che ormai ammontano a circa 2 miliardi di euro, affidati direttamente, sempre alle stesse ditte, prima dagli ATO rifiuti, poi dai Commissari Regionali inviati dal suo predecessore e da Lei, ed adesso anche da alcuni comuni, quali il mio.

Perché si continua ad autorizzare delle micidiali discariche private, o degli impianti di smaltimento, anch’essi privati, a fronte di centinaia di impianti pubblici fatti funzionare poco e male! Non si effettua la raccolta differenziata, la cui percentuale in Sicilia è la più bassa d’Italia.

Mentre, sempre le stesse imprese affidatarie, lo ripeto, da sei anni a questa parte e che, con un dolce eufemismo potremmo definire privilegiate, hanno fatto schizzare alle stelle le bollette sui rifiuti che sono le più salate d’Italia, a fronte dei servizi peggiori d’Italia.

A queste cose Lei, caro presidente Crocetta, non ci pensa?

Non pensa che queste cosine, di poco conto (si fa per dire) meritino la debita attenzione? In fondo si tratta di due miliardi di euro sborsati, a lacrime di sangue, da famiglie e Comuni, tutti quanti tartassati al massimo, soldi che in questi anni sono stati triturati in mezzo ai rifiuti.

Sa quanti lavori e servizi produttivi si potevano portare avanti in Sicilia con questa massa di denaro? E’ questa l’industria siciliana? Quella che fa affari sotterrando rifiuti di qualsiasi genere?

O Lei pensa che qualche decina di milioni di euro destinati per dei servizi, dei lavori, effettivamente utili, come quelli che attualmente svolgono decine di migliaia di lavoratori ‘atipici’, finanziariamente pesano di più dei due miliardi di euro, letteralmente rubati, da chi si è arricchito a nostre spese col perverso sistema della raccolta e smaltimento illegittimo dei rifiuti in Sicilia?

Non ha mai sfiorato la sua mente l’idea che proprio tra i rifiuti si possa annidare la vera mafia che lei ‘assicuta’ ovunque, soprattutto quando si trova al cospetto di camionisti, forconi o di quelle decine di migliaia di poveri disgraziati, quali i lavoratori precari?

Ci rifletta Presidente e ci dia una sua autorevole risposta!

Redazione

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