Quell’uomo vale tanto oro quanto pesa, ma in questo caso 180 chili del prezioso metallo non riescono a rendere l’idea dello spessore spirituale ed artistico di Solomon Burke, il Re del Rock ‘n Soul, ospite dell’Etna In Blues Festival di Mascalucia (Ct) lo scorso 19 luglio. Dotato di una presenza fisica e scenica eccezionale, nonostante sia costretto a muoversi su una sedia a rotelle, Mr Burke ha regalato, dal suo trono rosso, una performance di altissima qualità, insieme ad una band numerosa ed incredibilmente compatta ed affiatata.
Solomon Burke nasce a Philadelphia nel 1940 e fin da giovanissimo si avvicina alla fede sviluppando una passione per la musica gospel. Fra gli anni ’60 e ’70 Burke contribuisce alla fondazione del genere che negli anni successivi sarà noto come soul music, combinando influenze gospel, rhythm&blues e country. Diventa reverendo e coniuga perfettamente la profonda fede che lo anima con la sua arte. La sua missione era quella di fare della sua vita qualcosa di straordinario che gli permettesse di comunicare il suo messaggio di gioia ad un gran numero di persone e ora sente di averla raggiunta.
Burke ha all’attivo poco meno di una trentina di album, alcuni dei quali contengono eccezionali successi, in seguito ripresi da grandi artisti internazionali. Un titolo può aiutare a rendere l’idea: “Everybody needs somebody to love” è stata scritta ed eseguita da Burke nel 1964 ed inserita nell’album “Looking for my baby” realizzato in collaborazione con l’etichetta Atlantic. Da allora la canzone è stata ripresa da alcuni grandi artisti internazionali fra i quali i Rolling Stones, nel 1965, e i Blues Brothers, nel 1980, che le hanno regalato il successo definitivo.
Fra i successi che Burke ha regalato al pubblico di Mascalucia grandi classici, la già citata “Everybody needs somebody to love” e “Cry to me”, ma anche novità dall’album appena realizzato in occasione del suo settantesimo compleanno ed in collaborazione con Willie Mitchell, uno dei più grandi arrangiatori di black music, recentemente scomparso: “Nothing’s Impossibile”. Fra i brani più belli segnaliamo il brano che dà il titolo all’album, ma anche “The error of my ways” ed “It must be loved”.
La sua musica parla di amore, di pace, di gioia di vivere con un ritmo travolgente che arriva al cuore di tutti coloro che lo ascoltano e lo amano. La sua personalità carismatica colpisce chi assiste ad un suo concerto ma spiazza chi ha avuto la fortuna di incontrarlo in camerino e di scambiare due parole con lui: una fisicità imponente e grandi occhi, profondi e saggi, che ti toccano l’anima.
Un uomo con una grande fede e con un incredibile dono: quello di saper comunicare la gioia di vivere e l’amore per il prossimo con uno stile unico, quello del soul più vero. A conclusione della travolgente performance Burke si congeda dal suo pubblico con una richiesta: “Pray for peace with me!” Come si fa a dirgli di no…
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