Povertà, 20mila famiglie in stato di indigenza assoluta Associazioni: «Così possiamo metterci solo una pezza»

«Prima era facile elargire un pasto al senzatetto che vive fra i cartoni, adesso questo non basta». Non è un caso che Armando Zanotti parli oggi di nuovi poveri e di nuovi bisogni da fronteggiare. Il presidente di Anteas, associazione nazionale tutte le età attive per la solidarietà, da anni si batte per le persone in difficoltà. Una realtà, la sua, che agisce da tempo anche al di fuori della Sicilia e che affronta quotidianamente una vasta gamma di questioni sociali, non solo quella dell’indigenza. Casa, lavoro, solitudine: sono solo alcuni dei temi sui quali cerca di puntare l’attenzione, partendo dai cittadini e dalle altre associazioni di volontariato attive sul territorio. Senza contare il fatto che Anteas può oggi appoggiarsi a numerose sedi, da Monreale a Cefalù. «Siamo un punto di riferimento per chi viene a bussare da noi tutti i giorni. Ma le risposte che diamo, ormai, non sono sufficienti, non facciamo che scoprire disagi nuovi», spiega il presidente. 

Il primo passo, secondo Zanotti, per prendere in mano una situazione ormai degenerata è quello di fare rete con tutti i volontari. Ma anche questo è un singolo passo di un intero cammino che si preannuncia ben più articolato. «Finché saremo soli, in qualità di cittadini o di associazioni, la nostra azione servirà solo a metterci una pezza – dice -. Confrontarci non serve solo a creare una cultura della solidarietà in grado di trovare soluzioni al passo coi tempi, ma mira più in alto ancora». È un confronto serrato quello avvenuto proprio ieri al teatro del Don Orione, la parrocchia in via Ammiraglio Rizzo, per discutere delle tematiche più urgenti di oggi e promosso dalla Cisl. L’obiettivo è creare un laboratorio permanente fra tutte le associazioni di volontariato che operano nel territorio di Palermo, dove si contano, incrociando dati Istat e dati Caritas, circa 20 mila famiglie in povertà assoluta, per intervenire più efficacemente contro un disagio diffuso che non fa che aumentare.

«Qui siamo di fronte a realtà e ad episodi davvero drammatici – prosegue il presidente Zanotti -, ci sono moltissimi anziani che rinunciano alle cure per via delle lunghe attese negli ospedali pubblici o per le condizioni igieniche delle strutture stesse. Altre volte, invece, aiutiamo intere famiglie, ormai un solo stipendio non garantisce la sopravvivenza e tirare avanti diventa una cosa complicata, se non impossibile». E nei quartiere popolari, dove Anteas è particolarmente attiva, l’ultima tendenza è quella di più famiglie monoreddito che per ammortizzare le spese condividono lo stesso appartamento. Sono proprio i «nuovi poveri» di cui parla Zanotti, figli di realtà che faticano ancora ad emergere del tutto. «Fino a quando la politica non capirà che serve un serio intervento in stile piano Marshall, attraverso il quale investire soldi e puntare su imprese per creare lavoro e ricchezza, non c’è molto da fare – ne è convinto il presidente -. La povertà è causata certamente dalla crisi, ma anche dalla mancanza di infrastrutture. Non esiste oggi a Palermo una famiglia che non abbia un disoccupato dentro. Quello che lanciamo quindi è un allarme a 360 gradi e qualcuno deve pur raccoglierlo, prima o poi».

Da adesso, quindi, prende il via un dialogo martellante volto a rendere le istituzioni cittadine interlocutore ideale di un discorso condotto per troppo tempo da soli e a senso unico. E la costante non può che essere l’assioma assunto durante l’incontro di ieri, quello di unire le forze. «Ci sono quartieri che affrontano quotidianamente drammi tremendi. La nostra è una società che si sta sfaldando giorno dopo giorno, serve tanta solidarietà ma anche un’attenzione nuova. Il volontariato può alleviare molti problemi, tamponare situazioni, ma restiamo in attesa che il legislatore riacquisti un senso valoriale, in qualche modo, e possa al più presto dare delle risposte innovative e coerenti», conclude l’uomo. 

Silvia Buffa

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