«Sconfessiamo tutte le tesi sulla liquefazione delle relazioni. Il web crea degli effetti che inevitabilmente hanno delle ricadute nel mondo reale». Lo afferma Francesco Caudullo, ricercatore del Centro di ricerca e studi per la democrazia nella transizione e tra i relatori che interverranno oggi nel corso della due giorni che la Palestra Lupo dedica alla Rete. L’esperto, che ha portato a termine un dottorato sulla globalizzazione, è autore di saggi su immigrazione e processo di costruzione dell’Europa.
Caudullo, nel corso del suo intervento, si occuperà di Potere, comunicazione, web. «Il potere ha sempre avuto interesse agli aspetti della comunicazione», sottolinea. «Il dominio delle conoscenze e la società di controllo sono argomenti molto attuali». Un tema ripercorso anche dall’ospite principale dell’evento, Renato Curcio, che nel suo ultimo volume L’impero virtuale si occupa delle moderne multinazionali e di come controllino la Rete. «Il controllo è un’azione subordinata a processi di privatizzazione», precisa Francesco Caudullo. Che nel suo intervento si occuperà «di tutto quello che è finalizzato agli interessi di mercato delle aziende che usano la Rete, ma anche del concetto di proprietà intellettuale». Alcuni passaggi verranno dedicati pure al ruolo dello Stato in questi processi e a quello del linguaggio.
L’obiettivo dell’incontro «sarà capire che uso si fa di questi strumenti», dato che «la maggior parte della nostra vita non può ormai prescindere da loro – aggiunge Caudullo – Non c’è solo l’aspetto considerato sempre più invasivo dei social network, ma ci sono forme di relazione che hanno effetti di ritorno reali. Si comunica, si acquisiscono idee». Quanto è avvenuto negli ultimi decenni è una «mutazione antropologica. Siamo cambiati, secondo format e programmi molto legati al potere».
«Se teniamo conto che nessun essere umano sceglie dove e quando nascere, che educazione avere, a quale genere biologico appartenere, la libertà è a priori esclusa». Giovanni Lo Castro, docente di Psicologia clinica di Unict, è categorico: «Dire “io voglio”, “io decido” è solo un’illusione. L’80 per cento del contenuto della nostra mente ci comanda, ma non ne siamo coscienti», sostiene. Il tema trattato dal professore è, appunto, Il soggetto e la libertà nell’era di internet. «Il web dà un’illusione di libertà – continua Lo Castro – Abbiamo il telecomando o la tastiera in mano, ma è chi sta dall’altra parte che ci dà le cose tra le quali scegliere». E conclude: «I contenuti non sono scelti a priori dal soggetto. C’è sempre qualcun altro che decide in partenza».
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