PostaDelCuore#10, siamo l’amore che crediamo di meritare

Quella Sbagliata scrive:
«Sono stata per tanto, tantissimo tempo cotta di un ragazzo che non voleva niente di serio con me, ma non riusciva a starmi lontano per più di una settimana. Così dopo tre mesi dalla nostra conoscenza ho iniziato a parlare di qualcosa che potesse somigliare a una relazione. Quando ha capito quali fossero le mie intenzioni ha deciso di chiudere ogni tipo di contatto dicendo che non voleva nessuna relazione. Peccato però che l’ho incontrato dopo un mese ed era in dolce compagnia di una ragazza, mano nella mano. Evidentemente il problema ero io?
»

La risposta di Flaminia:
Evidentemente, sì. Eri un problema perché volevi qualcosa che lui non voleva e te lo aveva anche detto, o semplicemente (torno sempre a citare quel romanzo/film) la verità è che non gli piacevi abbastanza. Stare mano nella mano con un’altra non significa che si sia fidanzato ufficialmente. Ma anche se fosse… tu lo sai già, altrimenti non ti saresti scelta quello pseudonimo, è tempo di dimenticarlo e, perché no, di innamorarsi di qualcun altro. In fondo sei stata fortunata, ci sono cotte che non passano mai perché chi ne è preda non riesce neppure ad avvicinarsi al soggetto della sua infatuazione. Tu hai avuto modo di farci due capriole (sono sicura che Lucio le chiamerà così, più sotto…) e di renderti conto che più di questo non può offrirti. Ti mando un abbraccio di solidarietà femminile!

La risposta di Lucio:
Sta diventando la rubrica delle illusioni deluse, amica mia. Il tuo problema è stato già esposto da, mi pare, altre tre donne, in questa rubrica. E la mia risposta, in mancanza di altri dettagli, è sempre la stessa. Non è che ti sei fatta un tuo film? Non è che questo ragazzo non riusciva a stare lontano da te più di una settimana, finché c’era da fare “capriole senza impegno” e, quando ha visto che il cappio si stringeva, s’è dato alla fuga? Probabilmente la new entry è più abile nell’uso del lazo, o a fare le capriole… fregatene, fai tesoro della esperienza e dimenticatelo. Bacini.

***

Un uomo confuso scrive:
«Caro Lucio (sì anche cara Flaminia, ma qui parlo di più a Lucio, capirete perché). Sono un uomo di 46 anni, felicemente sposato e con una figlia di 20. Vita normale, lavoro, famiglia, amici, eccetera. Ma mesi fa, questa estate per l’esattezza, mi è successa una cosa che ha rimesso in discussione tutta la mia vita e le mie convinzioni. Senza girarci intorno, lo dico così: mi sono innamorato di un uomo.
Una nuova amicizia, acquisita tramite amici comuni, al mare. Abbiamo fraternizzato subito, pensavo con la classica complicità tra uomini, nuotate insieme, serate a chiacchierare… ma già allora sentivo che era una amicizia diversa, come mi ha detto in seguito anche lui. So che lui non è nuovo a queste esperienze, anche se ha una splendida compagna. Io non so che fare, sono in confusione assolutaSiamo stati cresciuti in modo omofobo in una società che si finge liberale, ma è ancora omofoba. Dovrei smantellare tutto quello che ho costruito e mi è stato costruito intorno, e poi? Ah, dimenticavo, non siamo mai andati oltre certi discorsi, ma adesso lui mi chiede di prendere una decisione. E giuro, non so cosa fare. È la mia natura che era stata sempre nascosta? È un processo che sta iniziando? È una deviazione momentanea? Non so nemmeno perché vi scrivo, è forse un modo di chiarirmi le idee, ma comunque ogni vostra risposta (vi so persone intelligenti) sarebbe di aiuto. Non ho altri con cui parlare
».

La risposta di Lucio:
Ecco, amico caro, adesso hai messo anche me in confusione. Potrei risponderti in mille modi e tutti sembrerebbero giusti. Ti ringrazio della fiducia, ma la patata che mi hai scaricato è troppo bollente. È una questione talmente complessa, che non me la sento di darti una risposta superficiale, tanto per scrivere qualche cosa. Posso consigliarti quello che ho fatto io quando ti ho letto. Ho preso tempo. Ho cercato di ragionare e di farmi un’idea. Fai così anche tu. Prendi tempo. Non so dirti altro. Quello che è sacrosanto è che qualunque sia la tua scelta tu sei nel tuo diritto. Sì vabbè, gli amici, il vostro ambiente, l’occhio sociale di questa città che pare moderna e invece è becera e retrograda… fanno male, ma importano poco alla fine. È anche una città di scarsa memoria per fortuna. Pensa solo a come muoverti in funzione della tua famiglia. Un abbraccio e fammi sapere come va.

La risposta di Flaminia:
Ho voluto che venisse prima la risposta di Lucio, come tu avresti preferito, caro amico confuso. Da essere umano, da persona insomma, non specificamente da donna, posso dirti (ma immagino tu lo sappia) che tutti abbiamo una percentuale di omosessualità e mille sfumature di genere convivono dentro ognuno di noi. Non posso sapere se tu prima esibissi sfacciatamente il tuo essere macho, magari prendendo in giro i gay. In genere chi lo fa è molto diviso, dentro, a volte atterrito dai propri stessi pensieri. Certo, la tua confusione è comprensibilissima. Parli di convinzioni da ridiscutere o di una possibile deviazione. Non saresti ugualmente confuso, immagino, se la scorsa estate avessi iniziato una relazione potenzialmente seria con una donna. Quella si potrebbe gestire, vero? Siamo ancora una società omofoba, è vero, perché nonostante tanti steccati superati c’è sempre qualcuno che vuole riportarci indietro. Se tua figlia fosse gay, penso che tu vorresti per lei una società aperta, che non le creasse problemi, che le riconoscesse uguali diritti, libertà e doveri. E saresti pronto a lottare perché li avesse. O no? Io credo che il problema vero sia che ti sei innamorato di un’altra persona e che potresti tradire o perfino lasciare tua moglie, la tua famiglia. Concentrati su questo. Hai trovato una persona accanto alla quale vorresti proseguire i tuoi anni a venire? O vuoi solo approfondire questa nuova sensazione, scoprendo qualcosa di te che non conoscevi ancora e che ti stuzzica? In fondo, è ciò che facciamo in ogni nuova relazione. Ti auguro di vedere chiaro in te, in cosa hai e sei.

Flaminia Belfiore

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