Quello di ieri è stato un pomeriggio davvero d’eccezione per i passeggeri del tram di Palermo: a movimentare il viaggio, infatti, sono stati gli educatori della società cooperativa Palma Nana, attiva a Palermo da oltre trent’anni e impegnata sul fronte del turismo responsabile e dell’educazione ambientale e alla sostenibilità. Gli ignari passeggeri sono stati invitati dagli educatori, saliti alla fermata della stazione Notarbartolo, a scrivere un pensiero o una dedica su un post-it, da attaccare poi sui finestrini dei vagoni. Un’iniziativa che si lega a doppio filo alla cosiddetta Bottega del Tempo, un altro progetto della cooperativa: un concept store, in cui il concetto portante è proprio il tempo. «È un posto dove tutto quello che puoi comprare, dai servizi agli oggetti ai regali, è legato a una riappropriazione del tempo – spiega Gabriele Tramontana, educatore di Palma Nana – La novità è che puoi pagare parte del conto con il tuo tempo, ma non per dedicarlo agli altri, ma a se stessi, attraverso una serie di opportunità e di idee proposte dalla cooperativa».
«L’iniziativa di ieri è in un certo senso una perla della stessa collana – continua Tramontana – L’obiettivo è quello di fare educazione alla sostenibilità ma anche alla percezione del tempo». La scelta della linea del tram è stata casuale, l’importante era coinvolgere più persone possibili nell’arco delle due ore dedicate al progetto. La prima reazione è stata all’inizio di generale spaesamento, la gente che saliva sul tram e si ritrovava questi post-it attaccati sui vagoni si chiedeva cosa stesse succedendo, per finire poi a sua volta ingaggiata dagli educatori. «Ci sono stati gruppi di ragazzi che hanno percorso tutti i vagoni del tram per leggere a uno a uno i biglietti attaccati ai finestrini, commentandoli e ridendo – racconta ancora Tramontana – Hanno scelto di passare quei dieci minuti sul tram in questo modo, anziché stando seduti lobotomizzati guardando lo smartphone o il paesaggio che scorreva, questo è stato molto bello». Non sono mancati, poi, dei veri e propri momenti toccanti.
Quando, ad esempio, il gruppo di educatori è stato difeso da due mamme con bimbi in carrozzina al seguito, che spontaneamente hanno sentito la necessità di zittire un uomo che tentava di muovere delle critiche all’iniziativa: «Un signore si è lamentato per quello che stavamo facendo, per lui stavamo solo imbrattando qualcosa, ma stiamo parlando dei criticoni a tempo perso, quelli che hanno sempre qualcosa da dire per partito preso – spiega l’educatore – Non c’è stato neppure bisogno di difenderci, queste due mamme hanno spiegato al signore che quella andava letta come un’azione bellissima e divertente». Tanto che a complimentarsi con i ragazzi a fine corsa è anche l’autista del mezzo, che sembra abbia particolarmente apprezzato il centinaio di post-it con cui i passeggeri hanno tappezzato tutti i vagoni. «Noi di base lavoriamo per cercare di dare nuovi punti di vista in funzione di varie tematiche: parliamo di sostenibilità a 360 gradi – conclude Tramontana – Significa educarci reciprocamente a essere sostenibili nei confronti del mondo in primis, ma anche dell’ambiente e di se stessi, dei propri figli e delle proprie istanze educative, del proprio modo di vivere la città e di vivere gli spazi sociali e collettivi. Vogliamo dare alla gente percezione di cose che magari succedono senza che ce ne accorgiamo, come il tempo».
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