Doveva essere aperta l’1 maggio, proprio in occasione della festa dei lavoratori. All’inaugurazione si attendeva la presenza del presidente del Consiglio Matteo Renzi e ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. Ma, sebbene il progetto abbia già un ritardo più che decennale, per la darsena di Catania servirà ancora tempo. Poco, secondo l’autorità portuale. Il tempo necessario per sostituire tre bitte di attracco che non avrebbero superato i controlli di sicurezza effettuati nei giorni scorsi. Tre delle colonne, a cui si legano le corde di ormeggio delle navi, poste sulle nuove banchine dell’infrastruttura catanese sarebbero saltate durante le verifiche di routine.
La scoperta della scarsa resistenza di questi tre elementi non sembra aver destato particolari preoccupazioni nel commissario dell’autorità Cosimo Indaco, che ha garantito comunque la consegna dell’opera prima dell’arrivo dell’estate. «È completa – ha dichiarato – è stata rimossa anche l’ultima nave che giaceva sul fondale della darsena (operazione durante la quale, ad aprile, sono risalite in superficie chiazze di idrocarburi, ndr). Aspettiamo solo la sostituzione delle bitte».
A causa dei disagi provocati dal crollo del viadotto Himera sull’autostrada Catania-Palermo, nel capoluogo etneo si sta provvedendo a rafforzare vie di comunicazioni alternative, come i treni e i collegamenti marittimi. Una scelta che rende ancora più urgente l’apertura della darsena perché destinata totalmente all’attracco delle navi commerciali. Proprio la scorsa settimana, ancora da Catania, la Grimaldi Lines aveva annunciato l’incremento delle linee che collegheranno il capoluogo etneo a Genova – da giovedì 7 maggio – per permettere lo spostamento delle merci provenienti dalla Sicilia sud-orientale con maggiore frequenza e velocità. Si stima un viaggio di 22 ore.
Considerato però che la darsena rimarrà ancora chiusa, anche questi nuovi collegamenti saranno ospitati nella zona del porto vicina alla dogana, creando un incremento di traffico in uno spazio già affollato dalle navi da crociera. Allo stato attuale, dunque, tarda a realizzarsi anche quel piano che l’amministrazione e la stessa autorità portuale avevano deciso di allestire a favore proprio dell’attività croceristica che interessa Catania. Navi turistiche e navi commerciali sono ancora costrette alla convivenza. E per aprire il porto alla città servirà ancora altro tempo.
«L’imprevisto delle bitte ha reso necessaria una valutazione complessiva. Per questioni di sicurezza stiamo rivalutando tutti gli ormeggi ma, nel momento in cui avremo completato questo controllo, stabiliremo la data reale di apertura della darsena». La verifica rappresentava l’ultimo step prima della consegna dell’infrastruttura. «Dovevamo fare solo questo collaudo – ammette Indaco – purtroppo è andato male, ma questo dimostra che noi i collaudi li facciamo e che non apriamo senza garantire assoluta sicurezza».
Dei lavori di realizzazione della darsena si occupa la Tecnis. Dopo le tensioni di un anno fa tra la società e l’autorità portuale per il pagamento dei lavori, oggi i rapporti sembrerebbero sereni. «Non c’è da attribuire colpe alla ditta – dichiara Indaco –, può capitare piuttosto che alcuni rapporti di colata che compongono le bitte risultino difettosi. Le bitte saltate erano predisposte per sopportare la resistenza di cavi fino a cento tonnellate, ora verranno sostituite con altre con capacità di sopportazione di 150 tonnellate. Questi imprevisti possono capitare».
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