«Il corteo di domani non è una manifestazione prettamente politica, ma piuttosto un’idea che nasce dalla libera iniziativa di cittadini e associazioni catanesi. Si è avuta la sensazione che sia in corso una deriva razzista che coinvolge l’intero Paese, molto più che la città di Catania. Noi siamo una comunità che vuole resistere a questa ondata xenofoba che sta colpendo l’Italia e abbiamo quindi deciso che è arrivato il momento di uscire per strada e tornare a manifestare». Così Piero Mancuso, fondatore dei Briganti rugby di Librino, spiega le premesse ideologiche alla base della parata antirazzista che sfilerà domani pomeriggio alle 18 e che partendo dal porto di Catania passerà da via Calì, via Teatro Massimo e via di Sangiuliano per poi risalire fino a via Crociferi in direzione Castello Ursino. Per unirsi simbolicamente agli spettacoli dell’Ursino buskers, il festival degli artisti di strada, giunto alla sua quarta edizione, che partirà domani.
«Sabato attraverseremo la città raccontando l’antirazzismo, diffondendo informazioni e cercando di incontrare quante più persone possibili, perché siamo convinti che il razzismo sedimenti nelle bugie e nelle notizie ribaltate. Bisogna comunicare a tutti la realtà – continua Mancuso – Non è in corso nessuna invasione e siamo un grande Paese che può essere in grado, e ne ha l’obbligo morale, di gestire un flusso migratorio che può trasformarsi in un fenomeno di arricchimento». I Briganti rugby è solo una delle tante realtà cittadine che hanno aderito a questa iniziativa, insieme ad Arci Catania, comitato NoMuos, Officina Rebelde, USB federazione di Catania, I Siciliani giovani, cso Liotru, ManiTese, Casablanca e molte altre.
Alfonso Di Stefano della Rete antirazzista catanese, tra i promotori del corteo, dichiara: «Dicono che gli sbarchi tra luglio e agosto siano dimezzati. Ma casualmente lo scorso mese i morti in mare si sono triplicati. Dopo la criminalizzazione delle navi umanitarie delle Ong manca un punto di vista indipendente sulle tragedie quotidiane che avvengono al largo della Libia, senza dimenticare ciò che avviene all’interno delle sue carceri, dove sono attualmente ostaggio dei trafficanti oltre 43mila persone. La nostra proposta – ribadisce Di Stefano – è diametralmente opposta a quella dei governi. È quella di restare umani e garantire il diritto all’accoglienza a rifugiati e migranti. Noi domani manifesteremo per costruire una nuova stagione di diritti e di civiltà».
Secondo Matteo Iannitti di Catania bene comune, altra parte attiva nell’organizzazione del corteo antirazzista, il ricongiungimento con il festival Ursino buskers è un momento simbolicamente molto importante: «Abbiamo fatto in modo da far coincidere i tempi dell’arrivo della manifestazione di domani con l’inizio degli spettacoli, per dare un segnale anche a quella piazza e a quel quartiere, dato che lo spettacolo degli artisti di strada rappresenta uno dei momenti di partecipazione popolare più grandi di Catania. Avere ricevuto la disponibilità da parte dei ragazzi di Gammazita per poter unire questi due momenti significa poter dire che dentro al gioco, nella bellezza dello stare assieme, c’è anche l’antirazzismo».
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