A Roma sostiene il governo Monti. A Palermo, il governo Lombardo. Per non parlare del fatto, che proprio nel capoluogo siciliano, sostiene la candidatura a sindaco di un candidato, Fabrizio Ferrandelli, che si è aggiudicato la vittoria delle primarie sulle quali la magistratura indaga per brogli. Con queste premesse, non c’è da stupirsi se a Portella della Ginestra, in occasione della commemorazione del Primo maggio, ieri, il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, è stato fortemente contestato. Rappresentanti sindacali e un gruppo di manifestanti con le bandiere ‘No Tav’ e ‘proletari comunisti’ ha prima urlato ‘vergogna’ e ‘buffone’ a Bersani che è riuscito a entrare in macchina grazie a un cordone di sicurezza.
Lo scontro poi è scoppiato tra manifestanti e i militanti del Pd, tra quelli che credono che il partito dovrebbe tornare ad abbracciare i valori della sinistra e quelli che difendono la linea filogovernativa degli eredi di Pio La Torre. Nulla di grave, la polizia ha separato i due gruppi e tutto è tornato a posto. Resta il disagio di un partito che sembra avere smarrito la propria identità, a Palermo come a Roma.
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