Porte aperte a San Berillo, festa e memoria «Contro ogni ghettizzazione del quartiere»

«Le porte aperte di San Berillo non sono solo quelle dei luoghi della prostituzione, ma anche quelle di tutto un quartiere che ha deciso di uscire da una storica ghettizzazione». Le finalità della manifestazione popolare esposte da Roberto Ferlito – portavoce del comitato cittadino – si riscontrano immediatamente anche nel titolo dell’evento, Porte aperte a San Berillo. Il viaggio nel quartiere, proposto per la festa di domani, venerdì 18 luglio, si articola seguendo un ricco programma di reading letterari, performance teatrali itineranti, degustazione di specialità gastronomiche locali e multiculturali, mostre fotografiche e danze. Il tutto nel cuore del vecchio rione etneo attraverso via Opificio, via Pistone, via Carro e via Stramondo. A patrocinare l’evento il Comune di Catania «che si è mosso per far pulire le strade, intervento definito straordinario perché la manutenzione ordinaria non viene effettuata, – afferma Ferlito – per chiudere il traffico veicolare e per fornire le autorizzazioni al controllo da parte dei vigili urbani».

Integrazione sociale ed etnica, riqualificazione e dialogo con la gente. Sono queste le modalità – ma anche gli obiettivi ultimi – di azione dei cittadini attivi del comitato del quartiere nell’organizzazione di Porte aperte a San Berillo. «La festa rappresenta soprattutto un modo per far uscire le persone dalla mentalità di ghettizzazione del rione, non solo in riferimento a chi viene da fuori ma anche per chi vive nel quartiere e spesso vi si è autorecluso», spiega il direttore artistico della manifestazione Maria Arena. Gli fa eco Ferlito, che aggiunge: «Si tratta di un contesto sociale particolare che ha bisogno di fiducia e non solo di sfruttamento umano e urbano, non bisogna dimenticarlo». Arena è una regista e documentarista che ha assistito alla nascita del comitato di quartiere. Al suo attivo numerosi spettacoli artistici con risvolti sociali comuni alle problematiche di San Berillo. La regista ha compreso che per il rione è molto importante mostrarsi al resto della popolazione catanese per quello che realmente è. «Non vivo, a Catania ma ho capito che l’immediatezza è una delle virtù di questo territorio e su questo principio mi sono basata per realizzare le varie attività della festa», afferma. E promette sorprese che saranno svelate soltanto nel corso della serata.

L’esperienza di Porte aperte a San Berillo si fa carico di mostrare il volto del quartiere a tutti coloro che vorranno partecipare e proseguirà in un festival sul tema della felicità organizzato da Impact Hub e dal centro culture contemporanee Zo, programmato per il prossimo dicembre. «Il Filfest – questo il nome della kermesse – indagherà la necessità di benessere delle persone contrapponendola alla freddezza dei dati economici e tra le esperienze delle città felici che riporteremo, ci sarà anche San Berillo», conclude l’organizzatrice Maria Clotilde Notarbartolo.

Cassandra Di Giacomo

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