Ponte sullo Stretto, Delrio annuncia studio fattibilità «Giusto che paghi lo Stato, costerebbe 3,5 miliardi»

La chiama «la cura del ferro», Fabrizio Micari, prendendo in prestito le parole usate spesso da Graziano Delrio, che lo affianca. Il ministro, oggi a Palermo per inaugurare il tratto ferroviario tra Campofelice e Ogliastrillo, tolti in parte i panni istituzionali, ammette di credere «nella rimonta di Micari». «Mi sento di ringraziare questa coalizione – sottolinea Delrio – per il gesto di grande generosità che ha compiuto. Quando i gruppi dirigenti hanno la capacità di mettere dentro facce nuove, gente che porti un approccio innovativo, è segno di grande intelligenza e generosità. Io credo in questa rimonta. È una convinzione fondata sulla concretezza e sulla forza delle cose che abbiamo fatto e della proposta rappresentata da Fabrizio Micari».

Sollecitato dai cronisti, Delrio affronta anche lo spinoso tema del ponte sullo Stretto: «Il vecchio progetto è morto, è stato cancellato dal governo Monti. Dobbiamo fare il corridoio Napoli-Palermo, che è un corridoio europeo, quindi va valutata anche l’ipotesi di un collegamento diretto, stiamo completando uno studio di fattibilità, che deve mettere a confronto le varie opzioni in ballo, valutando tutti i pro e i contro. L’orientamento del governo è non ricorrere a un project financing. Pensiamo che sia giusto, visto che è un corridoio europeo, ricorrere a risorse dello Stato. Questo consentirebbe di non farlo costare otto miliardi, di cui quattro erano oneri finanziari, ma tre miliardi e mezzo, o quattro».

Ma a replicare è anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che molte voci di corridoio dipingono come particolarmente infuriato davanti alle esternazioni di Micari in materia di ponte sullo Stretto: «Il come e quando non è indifferente – sottolinea -. Il ponte si fa se prima si fanno le infrastrutture. Fabrizio Micari parla del 2030. Ecco, allora – ironizza – io sarò ancora sicuramente sindaco. E Micari sarà ancora a palazzo d’Orleans».

Intanto Rfi annuncia che nello Stretto di Messina l’obiettivo è avere collegamenti ogni 15 minuti, aumentando le corse fino a 23 coppie al giorno. «Uno dei sistemi per velocizzare l’attraversamento dello Stretto è collegare le due sponde con molti più servizi veloci – spiega l’ad Gentile -. I servizi di collegamento veloce tra le due sponde, non il traghettamento dei treni, ma il trasporto delle persone da una parte all’altra, è stato riconosciuto con il decreto 50 del 2017 come un servizio che garantisce la continuità territoriale. Questo dà la possibilità a Rfi di aumentare di molto le corse e connettere servizi che stanno sul continente e sull’isola con collegamenti che vanno a 15 minuti. Il progetto è di aumentare molto le corse. Il numero dipenderà dai contratti di servizio che verranno fatti. Un primo progetto è di portarle fino a 23 coppie al giorno anche nelle ore serali per collegarsi al Freccia Argento che viene da Roma, che è molto utilizzato».

Delrio parla del piano per l’alta velocità, del recupero delle linee ferroviarie abbandonate, dell’ammodernamento infrastrutturale. «La Sicilia – ammette – non può rimanere legata a una linea ferroviaria costruita da Cavour». L’amministratore delegato di Rfi, Maurizio Gentile, scende più nel dettaglio, con dei distinguo importanti. «In Italia – dice – miriamo a un’alta velocità di rete. E quindi quella intesa con treni che superano o raggiungono 300 chilometri orari può definirsi una stagione pressoché terminata. Miriamo a una velocizzazione della rete convenzionale senza ulteriore consumo di territorio, con impegni finanziari estremamente onerosi per le casse dello Stato». 

L’alta velocità del Sud quindi non avrà le stesse caratteristiche di quella del Settentrione. «A valle di Salerno il progetto è velocizzare con 200 chilometri l’ora – continua Gentile -. Per alcune tratte della Sicilia, si supereranno i 200 chilometri l’ora, miriamo a raggiungere tempi di percorrenza coerenti con quelli che ci sono oggi con le città del Nord. Ad esempio se un punto di riferimento per l’Italia è Roma, come Londra lo è per l’Inghilterra, già oggi da Reggio Calabria a Roma i tempi di percorrenza sono assolutamente identici tra quelli che ci sono tra Torino e Roma. Adesso quello su cui dobbiamo puntare è velocizzare i tempi in Sicilia, l’attraversamento dello Stretto. E quindi un tempo di percorrenza da Palermo a Roma accettabile»

Micari ne ha approfittato per ricordare «la grandissima attenzione del governo nazionale, a partire dal 2013, per i problemi del Sud e della Sicilia. La questione meridionale era stata dimenticata ed è tornata al centro dell’agenda politica. Inutile negare – ha attaccato – che, nella malaugurata ipotesi in cui dovesse vincere Musumeci, un eventuale governo nazionale di destra della questione meridionale tornerebbe a infischiarsene».

Miriam Di Peri

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