Ponte Oreto, cronaca di un pericolo annunciato Gli uffici chiedono la chiusura. «Ritardo immenso»

Il ponte sul fiume Oreto ha bisogno di lavori «urgentissimi» di manutenzione straordinaria e andrebbe inibito al traffico. Parole scritte nero su bianco nella relazione che arriva come una scure direttamente dall’ufficio Città storica, con i tecnici che parlanodella necessità di predisporre «con massima urgenza ogni iniziativa o provvedimento per l’esecuzione immediata degli interventi urgentissimi di manutenzione straordinaria, assolutamente necessari per la riparazione e ricostituzione della funzionalità originaria delle componenti strutturali e delle opere accessorie, impiantistiche e funzionali, in modo da evitare l’ulteriore deperimento delle strutture che potrebbe, realisticamente, compromettere la stabilità dell’opera». 

E in effetti il ponte, che rappresenta un attraversamento cruciale per il traffico in arrivo e in uscita a oriente dalla città, si presenta in condizioni visibilmente precarie, con armature a vista, tracce di umido e parti scarificate. Eppure sono anni che il ponte Oreto, così come il suo gemello ponte Corleone, è oggetto di continua discussione per le condizioni precarie. A partire dalla tristemente famosa relazione dell’università nel 2002, fino alle tante discussioni dentro e fuori da sala delle Lapidi: come in occasione di un’animata seduta del Consiglio, tre anni fa quando, al cospetto dell’allora assessore Emilio Arcuri, si discusse delle condizioni dei due ponti e della necessità di intervenire. 

I lavori su ponte Corleone, in quell’occasione definito «relativamente sicuro» sono iniziati, e proseguono lentamente, con il ponte sulla circonvallazione che tuttora è un vero e proprio tappo per la viabilità, con la circolazione ormai fissata da anni a trenta chilometri orari come limite massimo di velocità di percorrenza. Adesso si dovrà dare il via anche quelli sull’Oreto, almeno secondo il responsabile del procedimento in una relazione inviata al capo area tecnica, al dirigente del settore opere pubbliche, ad altri tecnici comunali e per conoscenza anche al sindaco e all’assessore ai lavori pubblici. 

Anzitutto bisognerà procedere con «risanamento di tutte le strutture in cemento armato ammalorate – si legge nella relazione del tecnico comunale – impermeabilizzazione dell’impalcato in cemento armato fornitura e posa in opera di giunti di dilatazione tra i corpi a contatto con rifacimento dell’impianto di smaltimento delle acque meteoriche e risanamento dei parapetti. Ma soprattutto vanno ridotti al minimo possibile «i pericoli per la pubblica incolumità, sia per l’utenza pedonale e veicolare che attraversa il ponte su via Oreto, che per l’utenza della sottostante via Emanuele Paternò – derivanti dal rischio di cedimenti, anche localizzati, delle strutture del ponte,  di parti anche non strutturali dello stesso, imponendo, ove non sia ritenuta possibile la chiusura totale della struttura, quantomeno la inibizione dei passaggi pedonali (marciapiedi) e la limitazione del traffico al solo transito di veicoli leggeri, con esclusione degli autocarri (con peso superiore a 35 quintali), o altra misura ritenuta idonea». 

«Calano come un macigno, ma sono tutt’altro che inaspettate le parole dei tecnici della città storica sul ponte Oreto – dice Igor Gelarda il capogruppo della Lega a Palermo. Tecnici che vorrebbero addirittura la chiusura totale del ponte per la riduzione dei pericoli di pubblica incolumità. Già una relazione del 2002, dell’università di Palermo, parlava del rischio di crolli localizzati della struttura. In questi 19 anni non è stato fatto praticamente nulla, e quindi la situazione è nettamente peggiorata. Non esiste neanche un progetto esecutivo fatto in tutti questi anni dall’amministrazione comunale. Più volte sono intervenuto denunciando la precarietà di questo ponte e il pericolo per pedoni e automobilisti. Oggi, finalmente, anche se con enorme ritardo il sindaco Orlando si vede costretto a cominciare i lavori per mettere in sicurezza il ponte. Tutto ciò significherà il caos in quella zona che si aggiunge a ciò che abbiamo nel resto della città».

«I marciapiedi verranno inibiti ai pedoni – continua Gelarda – la carreggiata quasi dimezzata e impedito il transito ad autobus e agli autocarri con più di 35 quintali (oggi il limite è 19 tonnellate) . Vero è che secondo il comune ci sono già i soldi per i lavori , ma la contestuale riduzione del transito al ponte Corleone, l’impossibilità di passaggio di mezzi pesanti sul ponte in via Messina Marine, I lavori in via Crispi e via Roma, la chiusura di viale Regione all’altezza di via Principe di Paternò fanno sì che Palermo sia ormai tagliata in due. Con buona pace degli automobilisti e di chi ha fatto diventare Palermo la città più trafficata d’Italia».

Gabriele Ruggieri

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