Soggiorni low cost. È all’insegna del risparmio il primo ponte delle festività natalizie a Palermo. E a risentirne sono soprattutto le strutture alberghiere. Complice la crisi economica e bilanci familiari sempre più ridotti all’osso, chi ha scelto di trascorrere il lungo week-end dell’Immacolata nel capoluogo siciliano ha optato per case vacanze e b&b. «Nelle strutture extralberghiere – spiega a MeridioNews Mario Attinasi, presidente di Confesercenti Palermo – si registra il 70 per cento di posti occupati. Va male, invece, negli hotel che non solo non hanno ripetuto le buone performance dello scorso anno, ma non hanno neppure seguito il trend positivo registrato questa estate. Presenze a picco con una contrazione rispetto allo stesso periodo del 2014 del 10-15 per cento».
In città sono arrivati soprattutto italiani e siciliani. Pochi gli stranieri per i quali «il ponte dell’Immacolata – spiega Attinasi – non è una buona occasione per partire». I recenti attentati a Parigi hanno fatto il resto. «All’indomani delle stragi ci sono state parecchie disdette poi il fenomeno si è un po’ attenuato ma certo l’instabilità internazionale preoccupa e condiziona i viaggiatori». Soprattutto quelli d’Oltralpe, perché a influire nelle abitudini degli italiani, invece, sono portafogli sempre più vuoi. «Il rilancio economico è lontano – dice il presidente di Confesercenti Palermo -, molte famiglie continuano a non arrivare a fine mese e in queste condizioni è normale fare i conti con il proprio budget. Ormai tanti centellinano le partenze, optando per il Natale e il Capodanno invece che per l’Immacolata».
Paura per attentati, crisi economica ma anche un cartellone di eventi che lascia a desiderare. «Per attrarre i turisti in Sicilia anche in inverno e destagionalizzare i flussi – dice ancora Attinasi – è necessario puntare sulle attività culturali su cui si costruisce l’attrattività del territorio. Un cartellone di eventi e una promozione invernale sono indispensabili per accrescere le presenze». Il settore turistico resta invece la Cenerentola di Sicilia e d’Italia. «C’è poca attenzione al comparto – denuncia – . A Malta la pressione fiscale sulle imprese turistiche è pari al 5 per cento, in Italia resta alle stelle. Tasse più basse significano per le imprese maggiori investimenti e occupazione e per i lavoratori più soldi da spendere per far ripartire l’economia».
E il periodo natalizio resta tra i più attesi dai commercianti per risollevare bilanci e casse sempre più in rosso. «Registriamo segnali incoraggianti – dice Attinasi –, la speranza è che si possa registrare rispetto allo scorso anno un incremento del 20 per cento nelle vendite». Certo anche le aziende devono fare la loro parte. Per fronteggiare la crisi e non farsi schiacciare dalle grandi multinazionali occorre innovare, puntando su marketing e promozione del proprio brand. «Come Confesercenti stiamo pensando a corsi gratuiti per l’utilizzo dei social media ed e-commerce, che sono la nuova frontiera». Per aiutare i negozi di vicinato l’associazione dei commercianti sta studiando una piattaforma da offrire ai propri associati per pubblicizzare i propri prodotti on line. «Permetterebbe di abbattere i costi per i piccoli negozi e aprire loro uno spazio che dà grandi possibilità».
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