Poliziotti senza diritti, Giordano: “I politici non hanno il senso dello Stato, ieri come oggi”

UNA RIFLESSIONE TANTO AMARA QUANTO VERA DI UN UOMO, EX ISPETTORE DELLA DIA, CHE HA DEDICATO LA SUA VITA ALLA LOTTA ALLA MAFIA. UNICO SUPERSTITE DELLA STRAGE DI CAPACI, AUTORE DEL LIBRO IL SOPRAVVISUTO (Castelvecchi Editore), DA SEMPRE SUL FRONTE, PIPPO GIORDANO INTERVIENE SULL’ENNESIMA PROTESTA DELLE FORZE DI POLIZIA ABBANDONATE DALLO STATO DI CUI VI ABBIAMO RACCONTATO QUI. E LO FA, COME SUO SOLITO, SENZA PERIFRASI E SENZA IPOCRISIA: “LA SICUREZZA E’ CONSIDERATA UN OPTIONAL. DA POLITICI TROPPO IMPEGNATI A COLTIVARE I PROPRI ORTICELLI, A TELEFONARE, A DISTRUGGERE TELEFONATE, O A FARE NUOVI PARTITI….

Da Pippo Giordano riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Ho letto l’articolo a firma di Franco Cascio “Anche i poliziotti in piazza:a rischio la sicurezza dei cittadini” e di nuovo si riacutizza la mia ferita: la rabbia e l’impotenza da decenni e decenni mi avvelena lu sangu. Siamo alla soglia del 2014 e ancora oggi questi improvvisati statisti credono di poter governare il Paese ignorando uno dei cardini della vita sociale di una Nazione civile, ossia la sicurezza. Niente affatto egregi politici un tanto al chilo. Ma non v’accorgete che il passato ritorna prepotentemente, nonostante i tanti poliziotti, carabinieri e magistrati massacrati, prima dalle Brigate rosse eppoi dalle mafie? I politici non hanno pudore, non hanno il senso dello Stato, costoro operano nell’esclusivo interesse di curare il “proprio orticello” e non pensano minimamente alla sicurezza dei cittadini.

Le Forze di polizia, scendono in piazza per reclamare un diritto, ovvero quello di poter garantire alla popolazione la giusta sicurezza. Richieste vetuste di oltre trent’anni: non è cambiato nulla. Vi faccio vedere una foto dell’inizio degli anni 80, stesse tematiche, stesse richieste. E’ come se l’orologio della storia si fosse fermato. Trent’anni di ignominia dello Stato, trent’anni di prese in giro, epperò guardateli questi pseudo politici dell’ultim’ora. Non sono poi diversi di quelli di allora. No! Non era questa la Polizia che sognavo quando a metà degli anni 70 costituì insieme ad altri il movimento per la smilitarizzazione della Polizia. Parecchi di noi pagarono un prezzo altissimo per propagandare la libertà della Polizia: volevamo una Polizia “ tra e per la gente”. 

Invece eccoci qua a richiedere le stesse cose di trent’anni fa. Quando diventammo SIULP , assunsi la carica di segretario locale e mi battei con tutte le mie forze per concorrere insieme al Questore, al miglioramento della sicurezza per il cittadino. Giova rimarcare che nessun partito ha mai voluto davvero affrontare il Comparto sicurezza. Nessun formazione politica, sia di destra che di sinistra o di centro, ha mai messo in agenda una vera riforma di tutto il Comparto sicurezza. Hanno navigato a vista, ignorando che la Sicurezza è il fiore all’occhiello di un Paese civile. Nel passato i problemi dell’Ordine pubblico venivano affrontati con l’elargizione alle Forze di polizia, di 50mila lire d’aumento mensile ad ogni poliziotto ammazzato dalle BR: era il prezzo per “ammansire”. Oggi e sfido chiunque a dimostrare il contrario, la sicurezza è considerata un optional.

Uffici di Polizia ridotti a fare l’indispensabile, stazione di Carabinieri con un organico da barzellette: pensate che in un territorio di oltre 15mila abitanti ci sono stazioni dell’Arma che contano solo 4 unità. Ma tutto questo non è addebitabile ai Vertici della Polizia o dell’Arma: gli unici responsabili sono gli attuali e i pregressi governanti. Hanno altro a cui pensare. Il Paese soffre di sicurezza?

Non importa, loro sono impegnati ogni giorno sulle esternazione di un pregiudicato: decadenza si decadenza no! Il ministro dell’Interno? E’ occupato a formare un nuovo partito e la sua Polizia che non viene rafforzata dal turnover? Il ministro di Giustizia è impegnato a telefonare. Il Capo dello Stato, invece è stato impegnato a distruggerle le telefonate. Mentre il primo ministro Letta è impegnato a verificare se ha le “palle d’acciaio”.

Ordunque, mie cari colleghi della polizia, mettetevi il cuore, non cambierà nulla. Come non è cambiato nulla quando vedevo morire i nostri colleghi della Squadra mobile di Palermo e noi tutti nonostante ciò, eravamo pronti a morire, perchè ritenevamo che si poteva morire con coraggio piuttosto che vivere da vigliacchi. Ancora oggi qualcuno mi chiede “chi te l’ha fatto fare’” Ed io rispondo “ERO UN POLIZIOTTO” Ecco, amici e colleghi sono passati trent’anni e nulla è cambiato. La differenza è nei tanti morti sacrificati per l’indolenza e l’inettitudine di questi signori politicanti. Eppure, se ritornassi indietro lo farei, come sono certo che anche voi farete: noi sbirri la sicurezza da dare ai cittadini l’abbiamo nel sangue e siamo sempre presente ad ogni richiesta.

Vorrei concludere con un aggettivo diretto ai politici, ma siccome quello che avevo scelto è pesante, allora dico solo “mi fate pena”.

Anche i poliziotti in piazza: a rischio la sicurezza dei cittadini     

 

Redazione

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