Politiche, centrodestra vicino a definire candidature Uninominali già sicuri, pochi dubbi sui listini bloccati

«Quella casella lasciala vuota per adesso, in quel collegio invece c’è un po’ di maretta». E poi ancora: «Stanno valutando, i nomi nell’Isola devono ancora arrivare». Nel centrodestra sono ore di fibrillazione. Tutti i partiti, infatti, devono ancora ufficializzare i nomi che scenderanno in campo alle Politiche del 4 marzo. Il termine ultimo scadrà lunedì alle 20, ma la sensazione è che già domani larga parte dei giochi potrebbero essere conclusi, lasciando alle ultime 24 ore lo spazio per eventuali colpi di scena. 

A tenere banco in realtà è soprattutto la composizione dei listini bloccati da presentare nei collegi plurinominali, ovvero quelli in cui ci saranno più nomi in ballo e ogni partito potrà presentare una propria rosa di nomi che si contenderanno i seggi messi in palio dal Rosatellum bis con il sistema proporzionale. Nonostante siano tanti i nomi che circolino, pochi sono quelli che vengono dati per certi specialmente in relazione alle posizioni da occupare. Perché, in assenza delle preferenze, avere un posto in alto negli schieramenti può contare più di una pole position al via di un gran premio di formula uno. In tal senso, pare assodato che, parlando di senato, l’ex presidente di palazzo Madama, Renato Schifani, sarà capofila nel collegio orientale nel listino di Forza Italia. Dietro di lui dovrebbero starci Urania Papatheu – vicina al presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè -, il magistrato Nitto Palma e Domitilla Giudice. Dall’altra parte dell’Isola a guidare la truppa azzurra dovrebbe essere la deputata uscente Gabriella Giammanco

Parlando di Camera, tra chi è pressoché sicura di avere una posizione vantaggiosa c’è Stefania Prestigiacomo. L’elezione della ex ministra dovrebbe essere in ghiaccio grazie al primo posto nel collegio di Siracusa e Messina. Per la corsa a Montecitorio sembra deciso il listino di Forza Italia nel collegio palermitano di Palermo-Resuttana-San Lorenzo con il quartetto Francesco Scoma, Adelaide Mazzarino, Giacomo Terranova e Ada Terenghi. Nel secondo collegio palermitano, che tocca anche parte della provincia trapanese, tre nomi dovrebbero essere già definiti: Matilde Siracusano, Ugo Zagarella e Francesco Greco. Quest’ultimo dovrà accontentarsi della quarta posizione, con la terza ancora in ballo. 

Passando alla Lega, nei collegi plurinominali non è escluso che possa comparire anche il nome del segretario Matteo Salvini. Diversi gli amministratori locali che in queste ore attendono indicazioni dai vertici del partito: nel Catanese, in gioco dovrebbero esserci il sindaco di Aci Castello Filippo Drago, quello di Motta Sant’Anastasia Anastasio Carrà, e il vicesindaco di Mascalucia, Fabio Cantarella. In ballo anche i nomi della consigliera di Pedara Elisabetta Pasqualino e il malettese Antonio Mazzeo, tra i primi ad abbracciare il credo leghista in Sicilia. 

Ciò che sembra invece fissato è l’equilibrio tra le quattro forze che compongono la coalizione – oltre a Forza Italia e Lega anche Fratelli d’Italia, che avrà l’apporto in Sicilia di Diventerà bellissima, e Noi con l’Italia – per quanto riguarda la spartizione delle candidature nei collegi uninominali. Dove le coalizioni potranno presentare un solo nome condiviso e il seggio andrà a chi prenderà un voto in più degli avversari. Al senato Giulio Tantillo ed Ester Bonafede saranno i candidati nei collegi di Palermo-San Lorenzo e Palermo-Bagheria, in quello di Marsala invece si punterà su Antonio D’Alì, senatore uscente che dovrà essere riprocessato per l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. I restanti due seggi della circoscrizione occidentale se li giocheranno Vincenzo Giambrone (Agrigento) e l’ex assessora regionale Giovanna Candura (Gela). In Sicilia orientale, la già citata Papatheu sarà all’uninominale a Messina, mentre il leghista Angelo Attaguile sarà in campo nel collegio di Acireale. A Catania, spazio all’ex sindaco etneo Raffaele Stancanelli, mentre, infine, nel collegio di Siracusa sarà schierata l’ex soprintendente Mariella Muti.

Agli uninominali per la Camera, nel Palermitano ci saranno il deputato regionale Francesco Cascio (Palermo-Resuttana-San Lorenzo), Ada Terenghi (Palermo-Libertà) e Antonello Antinoro (Palermo Settecannoli). Opportunità a Gela a Pino Federico, che a novembre non era riuscito a riconfermare il seggio alla Regione. Nel collegio di Bagheria ci sarà Carolina Varchi, mentre Noi con l’Italia punta parecchie delle proprie chance su Saverio Romano, che sarà candidato nel collegio di Monreale. Altre candidature definite, quelle di Lillo Pisano (Agrigento), Tiziana Pugliesi (Marsala) e Toni Scilla (Mazara del Vallo). Sul versante est dell’Isola, Matilde Siracusano sarà schierata anche all’uninominale a Messina, mentre il leghista Carmelo Lo Monte sarà il nome che il centrodestra si giocherà nel collegio di Enna. Candidato con problemi giudiziari anche a Barcellona dove la scelta è caduta su Franco Rinaldicondannato con il cognato Francantonio Genovese nel processo scaturito dallo scandalo Formazione. Nel Catanese, gli uninominali se li giocheranno ad Acireale Basilio Catanoso (Forza Italia e deputato uscente), a Catania Manlio Messina (consigliere comunale di Fratelli d’Italia), a Misterbianco l’ex assessore regionale Giovanni Pistorio e nel collegio di Paternò Giuseppe Lombardo, nipote dell’ex presidente della Regione Raffaele. Spazio, infine, a tre donne nella costa sud-orientale: Katia Bruno (Ragusa), Daniela Armenia (Avola) e Nicoletta Piazzese (Siracusa).

A essere candidato sarebbe dovuto essere anche l’imprenditore di Girgenti Acque, Marco Campione, nei giorni scorsi finito al centro dell’ennesima inchiesta giudiziaria, stavolta per presunti favori ottenuti da decine di figure del mondo delle istituzioni. Campione, però ha deciso di rinunciare al posto in lista, che nei giorni scorsi alcuni avevano immaginato come eventuale protezione da future richieste di arresto: «Ho ringraziato il presidente Silvio Berlusconi e il coordinatore regionale di Forza Italia Gianfranco Miccichè per la proposta – ha dichiarato l’imprenditore – ma non potendo assicurare l’impegno che la carica imporrebbe, il mio senso di responsabilità e di rispetto mi obbliga a rinunciare».

Simone Olivelli

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