Un ricovero per un intervento di routine, la rimozione di un calcolo ai reni. Poi le complicazioni post-operatorie, il lungo periodo in ospedale e, infine, la morte per un’infezione. È quello che è accaduto a una donna catanese di 51 anni che, dopo aver sofferto per un po’ dei fastidi dovuti alla sua patologia renale, aveva deciso di sottoporsi all’operazione di rimozione dei calcoli al Policlinico di Catania. Era il 13 febbraio. Il decesso, dopo due mesi di calvario, è avvenuto intorno all’una di notte dello scorso 24 aprile. Il marito della donna — che lascia tre figli, dei quali uno minorenne — ha presentato una denuncia contro ignoti. E adesso la procura ha aperto un’indagine, ordinando il sequestro della salma e l’autopsia, oltre che l’acquisizione di tutti i documenti relativi al caso.
«I familiari della signora si sono rivolti subito al nostro osservatorio per i diritti del malato», spiega il segretario dell’associazione per i diritti dei consumatori Codici, Manfredi Zammataro. Il legale, assieme al collega Mario Campione, sta seguendo il caso per conto della famiglia. «Abbiamo raccolto un fascicolo dettagliato che ripercorre quello che è successo — afferma Zammataro — Lo abbiamo presentato la mattina del 24 aprile. La morte sarebbe dovuta a una setticemia, che è un’infezione post-operatoria, ma vogliamo capirne le cause. Giustamente: vedi entrare in ospedale una persona per un calcolo renale, sembra una cosa banale, e poi però l’esito è del tutto inaspettato».
«Non vogliamo fare una caccia alle streghe», dice l’avvocato. In base ai racconti del marito, la signora si sarebbe sentita male immediatamente dopo l’intervento chirurgico. «Per saperne di più, però, si attende il referto del medico legale». L’analisi del cadavere è stata disposta dai magistrati etnei il 28 aprile ed è già stata eseguita. Ma non sono ancora arrivati i risultati degli esami al microscopio, quelli che dovrebbero accertare le cause della setticemia e, quindi, del decesso. «Manteniamo il massimo riserbo, proprio perché non ci interessa fare clamore. Vogliamo solo scoprire la verità, è una questione particolarmente delicata».
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