«Le analisi effettuate sino a oggi dagli enti preposti, ma anche dall’Università di Catania per conto di Sidra, nelle acque dei canali di raccolta che sfociano in due punti diversi della Playa, non pongono l’esigenza di particolari divieti, come quello della balneazione in mare». A comunicarlo è il Comune di Catania alla luce delle ultime analisi svolte dopo la riunione tecnica alla presenza della prefetta Maria Carmela Librizzi per risolvere le perplessità manifestate da proprietari degli stabilimenti balneari e da alcune associazioni ambientaliste.
«Allo stato non esistono rischi di sorta per i cittadini, poiché le acque dei canali non presentano, al momento, le caratteristiche tali per impedire la balneazione nella spiaggia di viale Kennedy – fa notare l’amministrazione – Tuttavia rimane alta l’attenzione di tutte le istituzioni, in primis della prefetta Librizzi, su una questione di fondamentale rilievo come la tutela ambientale di una delle spiagge più pregiate della Sicilia orientale, su cui è doveroso fare chiarezza, anche alla luce di interpretazioni talvolta fuorvianti. Non serve spiegare – conclude il Comune – che si tratti di una vicenda a competenza plurima e che purtroppo gli impianti di depurazione attualmente esistenti non consentono uno smaltimento corretto delle acque, siano esse meteoriche che di scarichi reflui. Quello che conta è che i cittadini che si recano alla Plaia stiano in sicurezza, certi della massima attenzione degli organi preposti, sia tecnici che amministrativi, ma anche della giustizia, in cui confidiamo pienamente per l’attribuzione delle responsabilità più adeguate nell’interesse dei cittadini».
Nei giorni scorsi alcuni gruppi politici insieme alle associazioni di categoria dei balneari avevano sottolineato come, a differenza delle altre estati, quest’anno non sarebbe stato fatto uno sbarramento adeguato per impedire agli scarichi della zona industriale di mescolarsi alle acque che bagnano le spiagge libere della costa catanese, meta di molti cittadini e turisti. Il problema non nascerebbe adesso. Ma, come aveva affermato il presidente regionale di Assobalenari Luca Maimone alla nostra testata, andrebbe avanti già da tanti anni. Maimone aveva sottolineato come, di fronte ad acque possibilmente inquinate dagli scarichi, sarebbe stato complicato garantire la fruizione del mare. Adesso, però, l’amministrazione di Catania cerca di rassicurare la categoria e quanti vogliano godere delle spiagge libere catanesi, quest’anno aperte in anticipo rispetto agli anni precedenti. Ma se il sindaco Salvo Pogliese prova a escludere eventuali rischi per i bagnanti, rimane vivo il problema del depuratore di Pantano d’Arci. A marzo l’amministrazione si era impegnata a sponsorizzare il progetto del nuovo impianto.
Intanto il circolo catanese di Legambiente, che lo scorso 14 giugno aveva partecipato a un incontro con altre associazioni ambientaliste etnee per decidere le eventuali azioni da intraprendere, annuncia a MeridioNews che effettuerà ulteriori analisi alle acque attraverso i volontari di Goletta verde, realtà interna all’associazione che si occupa di verificare la qualità delle acque e degli ambienti vicini alle coste.
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