Pitbull ferito a fucilate per strada «Emergenza cani insostenibile»

«Uno dei due pitbull che segnaliamo al Comune da dieci giorni. Li avremmo anche presi se si fossero lasciati avvicinare e oggi, dopo almeno 20 segnalazioni alla polizia municipale e al canile, veniamo chiamati dai residenti: gli hanno sparato». L’immagine che accompagna lo sfogo di Salvatore Barone, uno dei volontari che ogni giorno si spendono per salvare i cani in difficoltà nel Palermitano è di quelle forti. Il cane, un pitbull maschio marrone e bianco steso a terra e ricoperto di sangue dopo una fucilata. Si tratta tuttavia solo dell’ultimo caso di quella che a Palermo è una vera e propria emergenza.

«Il cane – racconta Barone a MeridioNews – era tenuto bene, non ha la coda tagliata, deve essere scappato da qualche villino nella zona di Monreale, ma non è affabile. Abbiamo provato ad avvicinarlo, ma ringhiava e non abbiamo potuto prenderlo. Non si tratta del cagnolino di strada che si può tenere in mezzo ad altri, servono le strutture per ospitare cani del genere, per questo abbiamo segnalato la sua presenza e quella di un altro pitbull a vigili e Comune, ma nessuno ha fatto niente. Il cane adesso è stabile, ha la spalla gonfia e piena di pallini, verrà operato oggi». A rendere ulteriormente complicata la gestione della già difficile questione dei cani di strada, infatti, c’è la situazione del canile municipale, al centro di non poche polemiche negli ultimi anni e che da tempo non è in grado di mandare avanti un servizio di recupero degli animali che affollano le vie cittadine. 

«Il canile è solo lo specchio della società – sostiene tuttavia il volontario – Le prime indecenze partono dalle persone. I cani per strada che vengono feriti, avvelenati o abbandonati dai cittadini, non certo dal Comune di Palermo, che pure ha le sue criticità, inadempienze, inefficienze». E un problema nel problema è quello dei cani potenzialmente pericolosi che vengono acquistati spesso con troppa leggerezza, la stessa con cui finiscono in strada. «Mancano completamente prevenzione e controllo e soprattutto il divieto di vendita. Il pitbull è diventato quasi uno status symbol, un oggetto da sfoggiare».

La memoria torna inevitabilmente al caso di Giulia, la pitbull salvata nei pressi di via Butera a cui è stata quasi del tutto ricostruita la bocca. «Dopo le analisi e le radiografie ci siamo accorti che non c’erano né segni di proiettili né altro, ma Giulia aveva nello stomaco due calzini. È probabile quindi che sia stata punita per una marachella o un dispetto con un colpo di bastone o di pala». E un altro pitbull è stato protagonista di un fatto di cronaca alcuni mesi fa, con l’aggressione di una bambina a Vergine Maria. «Sono animali dolcissimi – spiega Barone – ma con una morsa molto potente e per strada non ci devono stare. I siti sono pieni di annunci di vendita di questi cani, fattrici, nonostante una normativa che lo vieta per gli animali senza pedigree, ma non c’è controllo. Tutti aspettano il fatto di cronaca per prendere provvedimenti».

«La situazione – conclude il volontario – è sempre peggiore e non c’è speranza di migliorare. Per ogni cane che riusciamo a fare adottare ce ne sono almeno dieci messi in strada. Deve cambiare qualcosa in maniera prepotente, a cominciare dai negozi, che non dovrebbero più vendere animali d’affezione. Noi abbiamo proposto una marea di soluzioni, perché ci sarebbero, ma non c’è la volontà. Dovrebbe intervenire il sindaco, non un dirigente o un capoarea, per mettere un freno a un’emergenza gravissima». 

Gabriele Ruggieri

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