Pista ciclabile, 300mila euro per il lungomare Viale Kennedy resta fuori dallo stanziamento

Polemiche sulla realizzazione della futura pista ciclabile del capoluogo etneo. A generarle un recente provvedimento dirigenziale dell’ufficio Traffico urbano del Comune di Catania che decide l’investimento di 300mila euro per la messa in sicurezza del circuito ciclistico ancora da completare. Per la cui realizzazione sono già stati appaltati circa 196mila euro e il cui tratto si estende in due direzioni a partire dal porto etneo: uno fino al Lungomare mentre l’altro copre una parte di viale Kennedy, lungo la Playa. «Ci siamo resi conto che i soldi stanziati prima dell’inizio dei lavori non permettono un cordolo continuativo, indispensabile per le piste bidirezionali come quella che stiamo per realizzare», si giustifica l’assessore alla Viabilità Rosario D’Agata. «È una questione di sicurezza, non certo un capriccio», precisa. Un intervento di sistemazione in corso d’opera che si aggiunge anche alla «necessità di un finanziamento per creare aree di sosta che la pista ciclabile di viale Artale Alagona sottrae agli automobilisti», continua il componente della giunta di Enzo Bianco

I nuovi fondi che si aggiungono a quelli già stanziati in precedenza, però, prevedono la sistemazione solo per una porzione della pista. «Si interverrà principalmente al lungomare. Se poi restano soldi, ci occuperemo anche della parte alla Playa ma – confessa l’assessore al ramo – stimiamo di riuscire a spendere anche meno dei 300mila euro del provvedimento». Nel documento ufficiale, firmato dal dirigente della polizia municipale Pietro Belfiore, e reso pubblico sul sito dell’amministrazione il 4 aprile – undici giorni prima la presunta data di consegna della pista ciclabile alla città – si leggono i motivi che hanno portato l’amministrazione comunale ad attingere all’integrazione finanziaria. Come: estensione dei cordoli, individuazione di una nuova ditta che si occupi della segnaletica verticale e orizzontale, attrezzamento delle aree di sosta, spostamento delle barriere di cemento e dei semafori, e installazione di particolari dissuasori chiamati occhi di gatto.

Il progetto iniziale del circuito ciclabile – approvato il 14 ottobre dell’anno scorso – prevedeva la demolizione di parti di asfalto, l’allargamento di alcuni marciapiede e l’installazione di un cordolo non continuo e invalicabile i cui elementi, posti a distanza di un metro l’uno dall’altro, erano in pietra lavica. A venire svuotate, poi, alcune aiuole di piazza Mancini Battaglia, via Acicastello e viale Kennedy. Nonostante questi lavori fossero già stati appaltati alla ditta di Belpasso Betel costruzioni per la cifra stabilita dal bando aggiudicato, l’amministrazione quindi valuta l’opportunità di portare a 478mila euro il costo complessivo di un’infrastruttura dalle dimensioni non certo paragonabili a quelle di una città metropolitana. 

A chiedere spiegazioni all’amministrazione comunale, oltre ad alcuni consiglieri durante l’ultima seduta del Consiglio comunale cittadino, anche il movimento Catania bene comune. «Una nuova gara d’appalto per correggere le presunte carenze del progetto iniziale e ancora tanti mesi di attesa prima della conclusione, a regola d’arte. Altro che fine dei lavori per il 15 aprile», afferma il leader del gruppo Matteo Iannitti. Il cui timore è confermato dall’assessore D’Agata, che a MeridioNews dichiara: «La data di consegna dell’opera purtroppo si sposta ma stiamo facendo il possibile per dotare i catanesi di una pista ciclabile che abbia tutti i crismi».  

«Per quanto ci riguarda, la cosa più grave della questione è che l’amministrazione non abbia fatto subito chiarezza su come intende spendere questa cifra», interviene uno dei componenti di Mobilita Catania Amedeo Paladino. «Il timore è che la maggior parte dei 300mila euro vengano investiti in parcheggi perché la somma – conclude l’attivista – sarebbe eccessiva solo per l’allungamento del cordolo che prima era di seicento metri e adesso dovrebbe coprire circa due chilometri». «Fanno una pista ciclabile in fretta e furia e poi a un certo punto si rendono conto che i soldi non bastano, e continuano a prelevare dalle casse comunali», attacca il consigliere Manlio Messina

Cassandra Di Giacomo

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